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Skip Denenberg - The Morningstar Sessions

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Skip Denenberg è un apprezzato songwriter di Philadelphia che in questi anni ha avuto la possibilità di dividere il palco e di lavorare a stretto contatto con gente come Willie Nelson (con cui ha stretto amicizia durante un Farm Aid di qualche anno fa), Neil Young, Steve Earle, Jerry Jeff Walker, Steve Forbert e Donovan, alcuni dei suoi eroi musicali, conquistando a livello locale una buona fama e seguito. Il suo approccio alla canzone country e folk (con qualche inflessione blues) è genuina e molto interessante e questo suo “The Morningstar Sessions”, inciso praticamente dal vivo in studio con la presenza di un ristretto pubblico, testimonia una vena melodicamente piacevole e un taglio narrativo efficace. Accompagnato da un combo limitato come numero ma veramente solido in cui fanno bella mostra il polistrumentista Tom Hampton (chitarre, pedal steel e mandolino), il bassista Daniel Faga e il batterista Tommy Geddes, Skip Deneberg snocciola le sue storie con estrema naturalezza e semplicità, centrando spesso il bersaglio e consegnandoci storie da ricordare per cristallina bellezza e fascino artigianale. Su tutte la frizzante “Emmylou”, naturalmente dedicata alla Harris, splendida e cadenzata canzone country in cui pedal steel e banjo caratterizzano uno dei momenti più significativi del disco, “I Think About Us (The Wedding Song)” più elettrica ma ugualmente coinvolgente e nostalgica, “The Ballad Of Tex Cobb” tra rock e radici con reminiscenze ‘springsteeniane’ e anche vicine alle prime cose di Steve Earle, così come la seguente “A Lot To Learn About Love” dalle tonalità ugualmente vicine al cantautorato roots-rock. Quella di Skip Denenberg è una proposta in cui spesso emergono le sue passioni rock anche se ogni tanto le sonorità country-folk spostano il baricentro del suono verso la tradizione. In questo senso c’è da segnalare “My Pet Peeve (The Valentine Song)” in cui la country music è sincera e godibile, così come la fluida e scorrevole melodia di “Million To One”, la malinconica “September” e lo spirito e i suoni sixties di “Wages Of Spin” e “His Old Tattoo”. Bel disco che cresce notevolmente con gli ascolti.

Remo Ricaldone

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