La
gestazione del disco di esordio per Helen Rose è stata lunga all’incirca due
anni ma ne è valsa la pena. “Trouble Holding Back” ci presenta un’altra figura
femminile dell’amplissimo panorama roots americano che merita tutta
l’attenzione possibile e al tempo stesso propone un’artista difficilmente
etichettabile viste le molteplici influenze presenti. Blues ma anche country
music, rock e soul, un incrocio tra Nashville, New Orleans e Muscle Shoals che
incuriosisce e che appaga per intensità ed originalità. Helen Rose si fa
produrre dall’ex Lone Justice Marvin Etzioni che contribuisce notevolmente
anche a livello compositivo e ci regala dieci canzoni in cui emerge tutta la
sua vibrante musicalità e in cui spesso si accompagna al sax interpretando il materiale con grande grinta. Il rock cadenzato di “Love And Whiskey”,
imbevuto di aromi sudisti e di colorazioni calde, apre l’album e lo indirizza
verso suoni sensuali e passionali mentre la seguente “Flatlands Of North
Dakota” è uno dei punti più alti, avvicinando Helen Rose ad una delle sue
maggiori influenze, Bobby Gentry, la cui “Ode To Billy Joe” rieccheggia tra
le note e gli arrangiamenti. “When The Levee Breaks” è un traditional la cui
performance rimanda alle potenti vocalità di Rhiannon Giddens, “John Coltrane
On The Jukebox” è basata sul classico dei Dream Syndicate (“John Coltrane
Stereo Blues” del 1984) ed è pregna di soul e blues, tra Mavis Staples e Janis
Joplin, “Mississippi Moon” è una fascinosa ballata che ci porta nel Delta con
tutte sue le affascinanti e misteriose storie. “Dangerous Tender Man” segue
ancora questa strada fatta di suoni sudisti miscelati assieme per formare un
insieme variegato e solido, evocativo e compatto, mentre la title-track
“Trouble Holding Back” aperta dal sax di Helen Rose ci fa immergere nuovamente
nel sound di New Orleans. Il trittico finale si apre con “Oh Glory Be”, numero
soul di alta classe alla maniera di Muscle Shoals, prosegue con “The Mountain”
firmata da Steve Earle che emoziona e commuove per l’estrema partecipazione in
una ballata pianistica eccellente e si chiude con “Love On Arrival”, scarna ed
intensa canzone firmata dalla coppia Rose/Etzioni che cresce mano a mano
graffiando e coinvolgendo con qualità. Disco questo molto personale, pur
attingendo a varie sonorità ed ispirandosi ad altri artisti. Disco che merita
attenzione.
Remo Ricaldone
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