Arriva
dal Midwest e precisamente da Rockford, Illinois un’altra nuova voce che
contribuisce a rendere ancora più prezioso il panorama roots d’oltreoceano. Tra
country, folk e tenui inflessioni pop, erede di quella grande tradizione
cantautorale al femminile che ci ha regalato grandi emozioni con Emmylou
Harris, Linda Ronstadt e Joan Baez alle quali Kelly Steward si ispira
chiaramente, la cantante dell’Illinois ha fatto esperienze artistiche sulla
west coast prima di tornare a casa ed intraprendere una carriera decisamente
interessante visto questo suo “Tales And Tributes Of The Deserving And Not So”.
Un viaggio intrigante tra inevitabili cenni autobiografici come nell’iniziale
“Golden Sun”, racconto del suo viaggio di ritorno a Rockford alla seguente
“Mississippi Risin’”, pregnante metafora della divisione che regna in America
(e nel mondo) prendendo spunto dall’ol’ man river Mississippi, passando per la
narrazione notevole di “Outlaw” che rimarca qualità espressive non comuni. Il
suono è gustosamente elettro-acustico, le canzoni in gran parte caratterizzate
da ‘tempi medi’ in cui la voce della protagonista risalta in tutta la sua
vibrante bellezza, così da arricchire brani come “Travelin’ Ghost”, poetica e
sognante, “Generation” che ha tutto l’incanto della migliore country music, “Heartbreak
Heart” dalle toccanti inflessioni country-rock (come si diceva una volta)
e “Restless Heart” introdotta da una
slide che ci catapulta nel deep south tra country e cenni ‘grassy’. Chiudono
questo breve ma ottimo album “Earthquake” che rimanda ai tragici giorni del
post-terremoto ad Haiti con le sue storie di sofferenza e di condivisione e “No
Time For Loving You” che rimanda al ‘rockin’ blues’ di Bonnie Raitt e Susan
Tedeschi, altre due figure apprezzate da Kelly Steward. Consigliatissimo.
Remo Ricaldone
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