Jefferson
Ross da Atlanta, Georgia, è musicista dotato di grande sensibilità, profondo
amore per le proprie radici e anche di una buona dose di ironia e di disincanto
nel raccontare le proprie storie. Tutte doti che contribuiscono a creare una
proposta in cui le molteplici influenze sonore del ‘deep south’ vengono
interpretate tenendo conto delle diversità di un mosaico multicolore che
nell’immaginario di chi vive al di fuori di quella realtà risulta invece
stereotipato e convenzionale. “Southern Currency” è probabilmente il lavoro in
cui Jefferson Ross riesce a focalizzare al meglio tutto lo spettro sonoro di
quelle terre fertili e di ricche di complessità e di contraddizioni. Country
music, soul, bluegrass, folk e la canzone d’autore più classica sono presenti
nella loro accezione più sincera, toccando le corde più intime in una
alternanza godibile e cristallina. L’accattivante ‘packaging’, con splendidi
scatti fotografici virati al color seppia, introduce un viaggio attraverso
undici Stati del Sud veramente intrigante, un viaggio in cui ogni canzone definisce
con sagacia caratteristiche e tratti essenziali dei luoghi cari all’emotività
del protagonista. La produzione, assolutamente vincente, è dell’esperto Thomm
Jutz che fornisce con il suo assodato talento un contributo basilare alla
riuscita di questo progetto, con il fiddle di Tammy Rogers-King, già con i
Steeldrivers, il solido contrabbasso di Mark Fain, lo straordinario mandolino
di Mike Compton e le leggere percussioni di Lynn Williams a completare una
backup band estremamente duttile e versatile. Il viaggio inizia con una
eccellente “Alabama Is A Winding Road”, ballata corposa che personalmente mi
ricorda la poetica di un bravo autore e musicista come Pat Alger, per poi
proseguire con la freschezza di “Two Kentucky Brothers” con le inevitabili inflessioni
‘grassy’ e la colorata “Baptize The Gumbo” che ci porta direttamente in
Louisiana. “Down In Macon, Georgia” è un robusto brano in cui la country music
viene espressa con grande vigore e con un eccellente lavoro di slide acustica, “Turquoise
And Tangerine” è delicata e, come si conviene ad una brano dedicato alla Florida,
rilassata, con il sapore di certi brani di Jimmy Buffet, mantenendo
quell’ispirazione che in tutto l’album è presente. Scorrevole è poi il tributo
al North Carolina con “You Can’t Go Home Again”, con il sapore dei classici tra
country e folk, mentre “Hot Springs” con i suoi deliziosi arpeggi acustici è un
altro dei momenti topici del disco, segno della grande bravura come songwriter
di Jefferson Ross (tutto l’album è frutto comunque del suo talento
compositivo), “High Times In The Low Country” ci porta in South Carolina con
una melodia intrisa di nostalgia, “King Of Mississippi” è solida e rimarca una
scrittura fedele alle radici ma mai scontata e gli intrecci di mandolino e
slide sono gioia per le orecchie. Chiudono questo viaggio nel profondo sud “The
Nashville Neon Waltz”, gustosamente tradizionale e la title-track “Southern Currency”
che rimarca una band notevolissima e la capacità di Jefferson Ross di catturare
il più genuino spirito country, cosa tutt’altro che scontata di questi tempi.
Remo Ricaldone
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