A
volte il destino è proprio curioso e riserva sorprese, come questo “Day Ain’t
Done”, debutto solista per Kevin Sekhani, per almeno ventanni sui palchi dei
locali di Austin, Texas passando dal rock’n’roll all’honky tonk e celebrando
con grande passione le radici americane. Nel 2010 Kevin è ‘tornato a casa’ in
quel di Lafayette, Louisiana per guidare i Mercy Brothers, band in cui il
gospel è uno dei riferimenti più presenti e “Day Ain’t Done” viene pubblicato
quasi a sorpresa con l’intento di fare il punto di una carriera che nonostante
tutto non lo ha fatto uscire da una certa fama a livello locale. E la sorpresa
sta nella bellezza e nella freschezza di queste dodici canzoni, tutte melodicamente
eccellenti e degne di essere apprezzate e conosciute da un pubblico più ampio,
quello che ama le band tra Oklahoma e Texas come i Turnpike Troubadours, il
primo nome che mi è venuto in mente ascoltando la musica di Kevin Sekhani, tra
country music e folk, con un pizzico di suoni cajun e di rock’n’roll. Tra la
title-track “Day Ain’t Done” che apre la selezione e “Summer Street” (con il fantasma
di Adam Duritz e dei suoi Counting Crows) che la conclude c’è tutta la
passione, la vitalità e l’entusiasmo di un esordiente ma anche la misura e l’intelligenza
di un veterano, due estremi che ben definiscono la personalità di Mr. Sekhani. “Jump
Right Back”, “Jimmy”, “Carol Ann”, “The Higher I Get”, “Walk Away From Me”, “Burial
Ground”, “The Kiss” (mi accorgo di citarle tutte…) scorrono con una naturalezza
non facile da trovare in questi termini. La ricetta di Kevin Sekhani non è
certo nuova, molti, moltissimi l’hanno usata prima di lui ma il suo modo di ‘cucinarla’
è assolutamente godibile. “Day Ain’t Done” è un disco che riserverà tanti
momenti divertenti e merita una raccomandazione spassionata e calorosa. www.kevinsekhani.com.
Remo Ricaldone
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