06 aprile, 2022

Rhyan Sinclair - Letters To Aliens

Tra le più piacevoli sorprese di questa prima parte dell’anno, il terzo lavoro discografico della cantante ed autrice di Lexington, Kentucky Rhyan Sinclair mostra quanto sia eclettico il percorso che l’ha portata ad includere nel proprio sound country music, folk-rock di marca ‘seventies’ e l’amore per Linda Ronstadt, Joni Mitchell, Brandi Carlile e Tom Petty, personaggi che sono stati sicuramente ascoltati con molta frequenza nel corso del tempo. Fin dalla più tenera età Rhyan Sinclair ha calcato i palchi, accumulando esperienze nel campo roots fino ad affinare ottime doti compositive ed interpretative grazie ad una voce particolare ed affascinante che rimanda spesso alle sfumature di una Dolly Parton, facendosi qui accompagnare da una rodata ‘road band’ come i South 65 ed avvalendosi di una produzione centrata dove è affiancata da Jason Groves che ha svolto in qualche modo anche il ruolo di mentore suggerendole soluzioni che ascoltando i brani di questo “Letters To Aliens” risultano pienamente indovinate. L’album ha il pregio di scorrere con facilità e grande freschezza, alternando momenti più country ed acustici ad altri dove emergono le passioni più rock (e pop), mostrando Miss Sinclair sempre a proprio agio. L’iniziale “Dragon Spirit”, manifesto ideale del ‘mood’ complessivo del disco presenta subito quanto convincente sia l’approccio di Rhyan Sinclair, “Should’ve Been Prepared” è una sontuosa e sensuale soul ballad, con un’interpretazione decisamente matura, “Interstate Sailors” ha il passo delle classiche folk songs e si avvicina molto allo spirito più intenso della Dolly Parton più fedele al proprio retaggio, “Skywriting” è poetica ed intima e unisce con bravura country e pop, “The Wounded Healer” è tra i momenti più personali e da sottolineare è un’altra notevole performance vocale, “Gathering Dust” è country music della miglior specie, acustica e profonda, così come “Gasoline In The Morning” rimarca la bellezza di una seconda parte di album che prosegue su binari più tenui ma senz’altro più accattivanti. Da ricordare ancora la bella prova di insieme dei South 65 in “Bad Time”, solida e molto country, la deliziosa “Effie Jane”, nuovamente dal sapore tradizionale e la conclusiva “With Every Goodbye” che funge da sentito commiato. Disco e personaggio assolutamente da conoscere per chi ama i suoni roots.

Remo Ricaldone

 

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