La
pandemia, i lunghi mesi di isolamento hanno permesso a molti musicisti di
concentrarsi sulla composizione, riprendendo appieno il proprio tempo e
rivedendo in prospettiva le loro carriere. Così è accaduto anche per Ellis
Paul, veterano della canzone d’autore, nativo del Maine e figura centrale della
fertile scena di Boston, musicista che ha alle spalle più di venti dischi e un
livello qualitativo che se possibile si è ulteriormente arricchito grazie ad
una continua ricerca melodica tra folk, country e pop, con l’amore
incondizionato per i Beatles che traspare in più di un’occasione anche in
questo suo “55”. Ellis Paul è songwriter dotato di grande sensibilità i cui
problemi di salute che si sono presentati negli ultimi anni (una malattia
degenerativa che gli crea grossi problemi alle mani) hanno semmai contribuito a
vedere la vita da un’angolazione differente, cosa che traspare da molte delle
sue nuove canzoni, ad iniziare dal brano di apertura intitolato “Cosmos”,
impreziosito da arpeggi acustici di grande qualità e che sono un po’ la
caratteristica peculiare dell’album. Voce sussurrata, attenzione ad
arrangiamenti in cui hanno grande peso chitarre e tastiere e che vedono
presenti nomi noti della scena della east coast come il bassista Mark Dann (per
anni alla corte di un altro ottimo cantautore come Rod MacDonald), la dobroista
Abbie Gardner, il grande pianista Radoslav Lorkovic e la voce angelica di
Laurie MacAllister a donare ulteriore grazia ed eleganza alle canzoni:
caratteristiche che rendono estremamente gradevole ma anche poeticamente
rilevante questo lavoro, spesso dai toni crepuscolari ma che spesso di apre a
melodie solari e dalle immagini evocative. La delicata atmosfera country di
“Who You Are” con il dobro a disegnare preziosi arabeschi, lo splendido
pianismo che introduce “Holy”, ballata tra le più intense e commoventi che nel
‘chorus’ acquista inflessioni ‘irish’, conferma in pieno il talento di Ladoslav
Lorkovic, “Gold In California” dalle movenze solari e dalle morbide
armonizzazioni, l’inevitabilmente autobiografica canzone che da’ il titolo al
disco (55 erano gli anni compiuti durante la pandemia e la creazione di molte
di queste canzoni), “When Angels Fall” ad accarezzare il cuore prima di
congedarsi con “A Song To Say Goodbye” sono certamente i momenti più
emozionanti dell’album. Un lavoro ancora più meritorio se si pensa alle molte
vicissitudini che Ellis Paul sta affrontando.
Remo Ricaldone
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