Con
cinque album all’attivo nell’arco di sei anni, Ben Bostick ha fissato le basi
di un suono figlio diretto di country music e rock’n’roll, con nel cuore
Springsteen e Mellencamp ma soprattutto Dale Watson, Bobby Bare e la scena che
rivitalizzò Nashville tra gli anni ottanta e i novanta. Dal suo debutto omonimo
del 2017, Ben Bostick non si è più fermato, andando a rappresentare uno degli
acts più attivi della scena musicale della Georgia e poi con un sempre maggiore
riflesso nazionale. Il suo nuovo disco ce lo riconsegna più pimpante che mai,
con undici nuove composizioni originali che ne fissano il lato più divertente e
godibile in un percorso perfetto da ascoltare in auto o per ravvivare qualche
festa, suonato con grande perizia da una band in perfetta sintonia e mostrando una
ottima ispirazione, a partire dal trascinante honky tonk di apertura che da’ il
titolo alla raccolta. “You Can Leave In The Morning” ha un’altra melodia che
avvince ed avvolge nel segno di una country music che viaggia a molta distanza
dalle proposte attuali di Nashville, “My Sister & Me” lega country e rock
con sapienza in un momento che si fa ricordare per l’estrema piacevolezza e la
vicinanza con il ‘Cougar’ Mellencamp di “American Fool”, così come la seguente
“Big Train”. “Po No Mo” ci riporta alla country music più genuina seguendo le
tracce di Johnny Cash e di Dale Watson, “I Don’t Care” invece è la canzone meno
‘in linea’ con il suono dell’album, un momento in cui Ben Bostick si avvicina a
certe cose dei Clash, quelli di “London Calling” tra rock, punk e ska. “Strange
Duck” è nuovamente classica country music con il suo bagaglio di ironia e
divertimento, seguita da una “Iowa Girl” tra i punti più alti del disco, tra
country e rock, raggiungendo una perfetta sintonia e simbiosi. La stessa
formula che presenta “Come Back Home To Me” dove si accentua la parte
rock’n’roll alla maniera dei mai troppo lodati NRBQ mentre per il finale Ben
Bostick ci regala una “Burning Down The Road” un po’ più ‘ordinaria’ e la più
incisiva ed acustica “I Remember Easy Street” caratterizzata da un bel pickin’
e da un’interpretazione calda e sorniona. Una chiusura più rilassata e bluesy
per un album decisamente esuberante e vivace. Una conferma per un musicista di
valore.
Remo Ricaldone
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