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Ian Siegal & The Youngest Sons

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Ian Siegal, casualmente nato in Inghilterra ma dall’anima profondamente radicata nel Deep South, ha fatto il disco della propria vita. “The Skinny” è infatti il suo viaggio più intenso all’interno del rock blues sudista, figlio di Howlin’ Wolf e di Muddy Waters ma anche dei Lynyrd Skynyrd e di Tony Joe White. Inciso negli Zebra Ranch Studios di Coldwater, Mississippi, questo disco vede la presenza di una all-star band composta tutta da figli d’arte, a partire da Cody Dickinson, producer e chitarrista con i Black Crowes e i North Mississippi All Stars, con una sezione ritmica formata dal batterista Rodd Bland, figlio di Bobby ‘Blue’ e dal bassista Garry Burnside, figlio di R.L., grande bluesman, dal chitarrista Robert Kimbrough, figlio di Junior. Ad arricchire la parte chitarristica del disco c’è poi la presenza di Alvin Youngblood Hart. Il suono qui è ‘paludoso’ e bluesy, ruvido e misterioso come può essere il Delta e i luoghi ad esso collegati, con la voce di Ian Siegal perfetta per guidare una manciata di canzoni evocative e taglienti. “The Skinny” introduce il mood dell’album e ne fissa le coordinate, “Stud Spider” di Tony Joe White non convince del tutto per un arrangiamento un po’ discutibile ma subito “Master Plan” rimette le cose a posto con grande forza espressiva. “Hound Dog In The Manger” è scura e lancinante, bella è poi “Picnic Jam” con una ritmica che mi ricorda il grande Johnny Otis e un feeling a la Allman Brothers Band, “Better Than Myself” è ancora ispirata, con una bella bottleneck guitar ad aprire la canzone, “Devil’s In The Detail” raggiunge New Orleans con forza espressiva e il tipico ‘botta e risposta’ vocale. “Hopper (Blues For Dennis)”, lunga blues jam che ancora ricorda la band dei fratelli Allman, chiude il disco celebrando un grande personaggio con autentica passione e tormento. Album riuscito e molto interessante. Not For Blues Fans Only.
Remo Ricaldone

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