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The Bluest Sky - The Bluest Sky

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Chuck Melchin ha guidato con mano sicura per una quindicina di anni i Bean Pickers Union, attraverso quattro album e un paio di ep, definendo le coordinate di un suono alternative country di grande fascino, profondamente interiore e poetico. Le sue doti compositive si sono così sviluppate in un’attività che ha reso la band una delle migliori realtà della east coast, pur in un ambito poco più che locale. Ora Chuck Melchin cerca nuovi stimoli dando una scossa più energica e fresca alla sua scrittura e al suo suono e sotto il nome di The Bluest Sky debutta in questo nuovo capitolo della sua carriera. Riprendendo le sonorità di band come Jayhawks, Bottle Rockets, Say Zuzu e Son Volt, Chuck Melchin mostra le sue qualità aggiungendo belle chitarre elettriche (nelle mani degli ottimi Andy Santospago e Gary Goodlow), hammond e piano (Duncan Watt e James Rohr alternativamente), una solida sezione ritmica e qua e la mandolino e pedal steel a sottolineare la sua passione per i suoni roots. “Belly To The Bar” che introduce l’album e “Amy Jean” danno l’idea esatta della nuova strada intrapresa con una verve inusitata, evocando per contro le infinite strade della provincia americana nella splendida ballata “New Berlin” o nella corposa “I Am James” che rimanda alla migliore ‘americana’. In una selezione ben equilibrata e ricca di spunti si segnalano ancora la frizzante e positiva “Wake Up Suzy”, “Drive Through Confessional” altra ballata sontuosa con il contributo chitarristico di Jon Nolan dei redivivi Say Zuzu, “Bunkhouse” con la sua robusta base chitarristica e “Bulletproof Man”, trascinante chiusura all’insegna del miglior roots-rock. In definitiva un disco dalle ottime potenzialità che si inserisce perfettamente nel filone tracciato dalle band citate in precedenza.

Remo Ricaldone

 

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