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Jimmy LaFave “Cimarron Manifesto”

Pubblicato da Max Masetti |

Jimmy LaFave è uno di quei musicisti che non è riuscito fino in fondo a farsi apprezzare da pubblico e critica nonostante indubbie doti compositive e vocali. Da grande promessa nel circuito musicale di Austin, Texas (dove risiede da una ventina d’anni), Jimmy LaFave non ha saputo (o potuto) produrre con regolarità dischi che lo avrebbero certamente inserito nel gotha del cantautorato roots americano e questo lo ha confinato a figura minore e comunque ‘low key’. Nonostante questo alcuni suoi album figurano come punti fissi di un panorama musicale ricco e affollatissimo di talenti come quello texano e dell’Oklahoma (sua terra di adozione, avendo vissuto parecchi anni a Stillwater). Il debutto di “Austin Skyline”, “Road Novel”, “Texoma” e il recente “Blue Nightfall” (del 2005) ci hanno consegnato un cantante ed autore profondamente legato alla propria terra, un cronista attento, disincantato ma assolutamente innamorato di quell’American Heartland di cui anche noi subiamo un indiscusso fascino. “Cimarron Manifesto” è un altro capitolo che arricchisce una discografia interessante, con storie che meritano attenzione di chi ama certo ‘Red Dirt’ sound, la tradizione folk e il cosiddetto stile Americana. Prodotto dallo stesso Jimmy LaFave negli storici Cedar Creek Studios di Austin, Texas (sotto la supervisione del grande Fred Remmert), il disco è una personale considerazione sui cambiamenti culturali dell’America di oggi accostandosi a temi come la guerra, la povertà, i diritti civili ma anche argomenti più intimi come amore, amicizia e il dolore della perdita. Accanto ad alcune tra le sue più riuscite canzoni come “Car Outside”, “This Land” (con echi della poetica di Woody Guthrie, uno dei suoi miti), “Hideaway Girl” (bella country song con le armonie vocali e il violino di Carrie Rodriguez), il solido rock di “That’s The Way It Goes” le influenze bluesy di “Don’t Ask Me” e “Truth”, ci sono tre cover di classe come “Catch The Wind” di Donovan, la poco nota “Not Dark Yet” di Bob Dylan e la sinuosa “Walk A Mile In My Shoes” di Joe South a completare un disco sincero in cui Jimmy LaFave commuove e convince.
www.jimmylafave.com
REMO RICALDONE

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