Ted Russell Kamp divide la sua vita musicale tra l’attività nella band di Shooter Jennings in cui ricopre il ruolo di bassista e una carriera come solista che gli permette di aprire nuovi orizzonti sia come autore sia come musicista (oltre al basso suona chitarre, tastiere, tromba, trombone e molti strumenti a corda). “Poor Man’s Paradise” è l’ultimo episodio di una discografia già apprezzata dalla critica e dai fans di quel suono tipicamente sudista in cui all’amore per la country music si unisce quello per un rock cucinato in salsa soul/blues. Un suono che negli anni sessanta e settanta ebbe molti epigoni come The Band, Tony Joe White, J.J. Cale ma anche Kris Kristofferson, Jerry Reed e molti altri. Registrato tra il tour bus di Shooter Jennings, il salotto di casa di Ted Russell Kamp e innumerevoli stanze di motel attraverso l’America, “Poor Man’s Paradise” è un disco che cresce ascolto dopo ascolto, mostrando il lato più poetico e limpido di un artista che riesce a far convivere i molti lati di una grande personalità rendendoli equilibrati ed attraenti. La grande qualità di Ted Russell Kamp è di saper cucire suoni diversi in una visione lucida e rigorosa e di usare humor e poesia a piene mani. Molti sono gli ospiti del disco, dai chitarristi Kenny Vaughan e Tony Gilkyson al batterista Don Heffington, da Marvin Etzioni al mandolino allo steel guitarist Robbie Turner (già con Waylon Jennings e gli Highwayman) fino al leader dei Bastard Sons Of Johnny Cash Mark Stuart. E’ molto difficile estrarre qualche titolo tra gli undici contenuti nel cd ma sicuramente l’apertura di “Just A Yesterday Away”, “Just Go South”, “Ballad Of That Guy”, “Old Folks Blues”, “Long Distance Man” e “Dixie” sono significative nel tracciare le influenze musicali di Ted Russell Kamp. www.tedrussellkamp.com.
REMO RICALDONE

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