Sinceramente sono rimasto molto colpito da questo disco. Un musicista a me sconosciuto che, grazie a un approccio semplice ed efficace fatto di grandi chitarre elettriche, di una sezione ritmica solida ed equilibrata e di una manciata di canzoni nella più pura tradizione americana, ha colto nel segno mostrandondosi come una delle sorprese degli ultimi tempi. Niente di straordinariamente nuovo o rivoluzionario si intende, ma una ricetta già proposta da centinaia di musicisti prima di lui cucinata con gli ingredienti dosati al punto giusto e quel inevitabile ed insostituibile amore per le radici che lo rende godibilissimo. Country music, rock sudista, una spolverata di ‘Louisiana feel’ (l’iniziale title-track con l’accordion di Pete Wiess) e un suono texano eccellente. E’ proprio in Texas che AJ Downing ha trovato (come moltissimi suoi colleghi) il luogo ideale dove ispirarsi e incidere questo suo secondo disco intitolato “Way Back Home”, fresco e scorrevole, perfetto da ascoltare nelle prossime nottate estive. Amori trovati e perduti, sconfitte e redenzioni, amicizia e lunghi viaggi ‘on the road’, queste sono le immancabili tematiche delle canzoni di AJ Downing, anche in questo caso storie che potrebbero risultate scontate ma che qui assumono credibilità e sincerità. “Don’t Cry Maria”, “Pickin’ Up The Pieces”, “River In The Rain”, “Rockin’ Little Rebel” (dove aleggia il fantasma del primo Steve Earle), “Chisolm County” (ballata in cui si intrecciano le chitarre di AJ e di Steve Sarber, lead guitarist della sua band, The Buick 6), la divertente “Facebook Song”, “Number 9 Blues” sono gli esempi più emblematici di quanto detto, momenti che rendono il disco godibile e appagante. http://www.ajdowning.com/.

Remo Ricaldone

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