Paul Thorn è un personaggio assolutamente in sintonia con quello che Lone Star Time cerca di far conoscere. Musicista perennemente alla ricerca di un’ispirazione spesso emersa nei solchi dei suoi nove dischi, nel corso di una vita errabonda attraverso tutti gli States ha vissuto sulla propria pelle svariate esperienze che ne hanno forgiato lo spirito e la personalità. Figlio di un Pastore Pentecostale, Paul Thorn è originario di Tupelo, Mississippi ed è cresciuto con i suoni della country music (Hank Williams Senior è stata un’icona per lui) e del più genuino rock & roll, arricchendo il suo sound grazie al contatto con nomi come John Prine, Bonnie Raitt e Mark Knopfler, artisti di cui è stato ‘opening act’ negli anni scorsi. “Pimps & Preachers” è un album ruvido ma poetico, immaginifico ed intenso, sempre sul filo del rasoio con interpretazioni pregne di pathos, con cuore ed emozioni profuse a piene mani. Il songbook su cui si basa “Pimps & Preachers” è solido e si rivela come il più maturo di Paul Thorn, autore o co-autore di tutti e tredici i brani presenti. Dall’iniziale robusta “You’re Not Only One” al tagliente humour di “Pimps & Preachers”, profondamente autobiografica, fino a “Tequila Is Good For The Heart” e alla accorata “Love Scar” dove vengono a galla deliziosi umori sudisti. E’ comunque tutto il disco che viaggia su buoni livelli, come in “Better Days Ahead” che profuma di New Orleans e nell’acustica “Ray Ann’s Shoes” dove il fiddle di Donnie Carpenter gioca un ruolo fondamentale. “Buckskin Jones” è più ‘nera’ e vincente è l’incontro tra country e soul nella più limpida tradizione dixie, splendida è la descrizione familiare di “I Don’t Like Half The Folks I Love” mentre è gustosa “Nona Lisa”, scritta con Drew Womack, texano di vaglia. Paul Thorn è un artista versatile e profondamente autentico. Merita assolutamente l’attenzione di chi ama la vera ‘roots music’. http://www.paulthorn.com/.