Per chi segue la scena musicale texana Dale Watson ha pochi segreti: estrema sincerità ed enorme amore per i suoni country, rock’n’roll, rockabilly. Dale ha da poco e sorprendentemente firmato un contratto con la Red House Records, label di St. Paul, Minnesota nota per dischi più legati alla sfera folk e cantautorale e questo “The Sun Sessions” è il suo ventesimo album di una carriera coerente e brillante. Sin dalla copertina non abbiamo dubbi su quello che Dale Watson vuole proporre al suo pubblico, un bagno rigenerante e fedelissimo nei confronti dei suoi miti musicali, gli artisti dell’etichetta di Union Avenue a Memphis, Tennessee. Elvis Presley, Carl Perkins, Jerry Lee Lewis e soprattutto Johnny Cash hanno forgiato il suo stile e sono sempre stati i suoi riferimenti imprescindibili e ora è venuto il momento di dimostrarlo al di fuori di ogni dubbio. Accompagnato dai Texas Two, ovvero Chriss Crepps al contrabbasso e Mike Bernal alla batteria, scorrono tutto d’un fiato quattordici canzoni, tutte originali, che sono il naturale anello di congiunzione con gli anni cinquanta e sessanta. Poco più di trenta minuti di trascinante e gustosissima country music filtrata attraverso il classico rockabilly di marca Sun, molto vicino ai suoni di Johnny Cash che anche vocalmente è qui omaggiato con affetto dalla tonalità calda e corposa di Dale Watson. L’operazione funziona molto bene, pur non aggiungendo nulla di nuovo, certamente non la motivazione con cui è nato questo progetto. Qui c’è la voglia di divertirsi in maniera genuina e schietta sulle note di un sound che ha sempre avuto tantissimi estimatori e che continua a rivivere spontaneamente. Non è facile citare qualche momento in particolare ma meritano di essere sottolineate “Down Down Down Down”, “I’ve Done That Before”, “Big Daddy”, “My Baby Makes Me Gravy” e “Jonny At The Door”, tra le meglio riuscite di un disco pimpantissimo.