Da più di una dozzina d’anni i Drive-By Truckers hanno raccontato il Sud come pochi altri, facendone un quadro a volte inquietante, sempre e comunque vivido e crudo, spesso politicamente scorretto e cinico. Il lavoro fatto da Patterson Hood (figlio del mitico bassista degli studi Muscle Shoals, David Hood) e da Mike Cooley, amici d’infanzia nel nativo Alabama, è stato di grande spessore e qualità con album come l’impegnativo “A Southern Rock Opera”, lo splendido “Decoration Day” e gli ispirati “The Dirty South” e “Brighter Than Creation’s Dark”. E’ un peccato che si sia perso per strada un grande autore e cantante come Jason Isbell che comunque ha trovato un suo intenso percorso musicale, ma i Drive-By Truckers hanno continuato a sfornare dischi di classe e questa raccolta ne documenta alcuni momenti significativi. Più di settantacinque minuti di buon, vecchio, caro rock’n’roll, ruvido, sporco, romantico e appassionato, con una carrellata di brani tratti dai primi otto album della band, evitando gli ultimi due “The Big To-Do” e “Go-Go Boots”. Emergono limpidamente i loro amori musicali e la loro maturazione, con piccoli classici (loro, ironicamente, li hanno definiti ‘greatest hits’) come “The Living Bubba”, “Bulldozers And Dirt”, “Ronnie & Neil” (dedicata inevitabilmente al defunto leader degli Skynyrd Ronnie Van Zandt e a Neil Young), “Let There Be Rock” in cui sono chiare le citazioni sulla loro formazione, “Carl Perkins’ Cadillac”, “Lookout Mountain”, “The Righteous Path” e “Uncle Frank”. Se non li conoscete ancora ecco l’occasione più ghiotta per entrare nel loro mondo sognante ed onirico ma al tempo stesso profondamente radicato nel suono sudista fatto di un mix di influenze che comprende country music e blues, le basi del più vero rock’n’roll.
Remo Ricaldone

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