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Cody Canada & The Departed - This Is Indian Land

Pubblicato da Remo Ricaldone |

L’abbandono (definitivo?) da parte di Cody Canada del progetto Cross Canadian Ragweed ha certamente spiazzato i molti fan di una band amatissima, specialmente dopo il bellissimo “Happiness An All The Other Things”. Cody ha formato una nuova band e ha chiamato a se l’eccellente chitarrista Seth James, il tastierista Steve Littleton, il batterista Dave Bowen e il vecchio bassista dei CCR Jeremy Plato. La voglia di celebrare il suo Stato natale, l’Oklahoma, e omaggiare al tempo stesso alcuni musicisti che lo hanno nobilitato negli anni è alla base di questo “This Is Indian Land”, un disco ricco e non privo di qualche caduta di tono, dovuta certamente ad eccesso di entusiasmo. “This Is Indian Land” è un lavoro molto lungo, abbondantemente oltre l’ora, e certamente con un maggior lavoro nel filtrare il materiale raccolto, a mio parere si sarebbero raggiunti risultati ancora più significativi. Certamente in molti momenti Cody Canada ha voluto distanziarsi dal classico suono CCR, dando spazio a sonorità ampie come influenze; questo descrive una personalità sfaccettata e dalle molteplici peculiarità. Molti sono comunque i momenti da ricordare, come “Ballad Of Rosalie”, brano che cresce fino a diventare una splendida ‘southern song’ che non sfigurerebbe nel repertorio dei grandi del genere, la rilettura notevole di “Home Sweet Oklahoma” di Leon Russell, la tersa e solare “Make Yourself Home”, bella ballata firmata da Bob Childers, “Long Way To Nowhere” dalle tonalità e dalle armonie vocali che rimanda al country-rock degli anni settanta e “Starin’ Down The Line” ancora dalla penna di Bob Childers e arricchita dalle tastiere di Steve Littleton. Sono poi interessanti le inflessioni bluesy di “Kickin’ Back In Amsterdam” scritta da Kevin Welch, la cui cover di “True Love Never Dies”, peraltro notevole in origine, suscita qualche perplessità per l’approccio un po’ ‘funkeggiante’; dalle influenze sempre blues ma più ‘ruvida’ è “Water Your Own Yard”, mentre “If You’re Ever In Oklahoma” di JJ Cale onora questo grande chitarrista con una versione azzeccata e brillante, l’acustica “A Little Rain Will Do” coglie ancora nel segno, “Skyline Radio” è piacevole e ben strutturata e la chiusura affidata a “Hold On Christian” si perde un po’ nella sua lunghezza. In definitiva ci troviamo di fronte ad un lavoro certamente interessante che con tre o quattro brani in meno sarebbe risultato ancora più ‘pungente’. All prossima Cody!
Remo Ricaldone

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