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The Great Unknowns - Homefront

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Strana la storia di questa band dal nome curioso che evoca quasi la voglia di rimanere un pò defilati con un ‘low profile’ che però intriga e incuriosisce. The Great Unknowns debuttano autoproducendosi nel 2004 un disco intitolato “Presenting The Great Unknowns”, inciso nel dormitorio del college che frequentavano a Boston e diventato un caso in ambito americana e alt-country grazie all’interessamento di Amy Ray delle Indigo Girls e della rivista No Depression. La leader del gruppo era ed è tuttora Becky Warren, brava cantante ed autrice proveniente dal profondo Sud con l’amore per il rock’n’roll e la country music e attorno a lei si erano ritrovati Andy Eggers alla batteria, Altay Guvench al basso e Michael Palmer alle chitarre elettriche. Dopo quel disco tutti e quattro presero diverse strade e per almeno cinque anni tutti dimenticarono quel progetto che, a sorpresa viene rivitalizzato con un seguito sopraggiunto a ben otto anni di distanza. “Homefront” ci fa ritrovare una Becky Warren più in forma che mai, sempre eccellente nella stesura di canzoni che ammaliano per melodia e testo, sempre tesi a riscoprire l’America delle radici, quella della profonda provincia e delle sue storie intrise di speranze e delusioni, di gioie e di dolori. Avril Smith ha sostituito alle chitarre Michael Palmer e non lo fa rimpiangere grazie ad un gusto e ad una bravura sorprendenti. Le canzoni sono come detto molto, molto belle, da “Lexington” che riapre il sipario riprendendo il filo conduttore di un suono fresco e sempre evocativo, passando poi per le suggestioni country di “Dead River, Lake County” e “Wrong”, per l’intensità di “Homefront”, per il tormento nelle note della esemplare “By The Time You Get To Texas”, per il fascino sensuale di “Birmingham” e le sue immagini di ‘cheap motels and interstates’, per la frizzante vitalità rock di “Love Song”, per la rivitalizzante freschezza di “Long Way Home” con tanto di mandolino e fiddle, per la passione evidente nelle pieghe della gustosa “I’m Gonna Get My Heart Broken”. Un disco e una band da conoscere, ripescando magari il loro esordio per fare un’accoppiata che colpirà nel segno. www.greatunknowns.com.
Remo Ricaldone
Remo Ricaldone

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