JP Harris, ventinovenne nativo di Montgomery, Alabama ma attualmente con base a Nashville, si presenta come uno dei più interessanti nomi di quella che potremmo definire ‘hard core country music’, quella musica ormai lontanissima parente di quella che ci viene proposta dall’asfittico panorama delle major di Music City. JP dall’età di quattordici anni ha ‘vissuto’ la strada facendo tantissimi lavori, dal falegname al raccoglitore di mele, dal costruttore di banjo al busker, continuando a perseguire il suo sogno di diventare musicista a tutti gli effetti. Grazie alla sua testardaggine e ad una etichetta rinomata in ambito indie come la Cow Island Music di Northampton, Massachussetts, JP Harris esordisce con questo “I’ll Keep Calling”, un disco che farà felici gli estimatori di gente come Dale Watson e di tutti coloro che ancora credono nella vera country music. Le session si sono tenute a Eunice, Louisiana, negli studi SavoyFaire di Joel Savoy che presta il suo prezioso fiddle alle canzoni del nostro, sempre tremendamente credibili e intense. Ad affiancare JP Harris c’è la sezione ritmica dei Red Stick Ramblers, eccellente band che unisce country music e suoni della Louisiana, con Eric Fey al basso e Glenn Fields alla batteria, con Asa Brosius magistrale alla pedal steel e il chitarrista Chris Hartway, già membro di due piccole band culto come The Dixons e Defibulators. Naturalmente le tante esperienze accumulate in questi anni da JP Harris sono presenti nelle tematiche delle canzoni, gioie e speranze ma spesso anche delusioni comprese in “Two For The Road”, “Badly Bent”, “The Day You Put Me Out”, “Just Your Memory”, “Return To Sender” (no, non è quella di Elvis), “I’m Stayin’ Here”, “Cross Your Name”, “Gear Jammin’ Daddy”, “Take It All”, tutti brani che già dai titoli sono significative e che concorrono a formare un lavoro molto, molto bello. www.cowislandmusic.com per approfondire il discorso su questo e altri prodotti simili. Remo Ricaldone

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