Di lui non si sa molto, solo che i genitori erano proprietari di un locale sul cui palco si sono alternati grandi della musica americana come Leon Russell e Michael Martin Murphey, fino a Chris Knight e Jack Ingram e che Jonathan Jeter ha assorbito ogni nota, ogni frase e ogni emozione di quei concerti. Jonathan ha girato gli States al seguito dei All American Rejects ubriacandosi di rock’n’roll ma non dimenticandosi delle radici di quel suono, proponendo finalmente nel 2009 una sua band, The Revelators. “Late To My Own Funeral” pur essendo un EP con soli cinque brani è il suo importantissimo debutto, un dischetto che ci mostra un musicista cresciuto e molto promettente. “19 Doin’ 20” esordisce con vigore e grande musicalità, “Come On” è forse il momento più intenso e poetico, “Barfly” prosegue con le stesse atmosfere rarefatte, “Eventually” scuote dalle fondamenta con un rock’n’roll granitico e travolgente, “Voodoo Woman” è affascinante con quel ‘southern feel’ che idealmente lo avvicina ai grandi del rock al di sotto della Mason Dixon line. Da seguire attendendo un disco ‘completo’. www.jonathanjetermusic.com. Remo Ricaldone

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