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Corb Lund - Cabin Fever

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Il settimo album per Corb Lund, il suo secondo per la benemerita New West Records dopo l’ottimo “Losin’ Lately Gambler”, è quello che probabilmente lancerà il musicista canadese nell’olimpo dei grandi della musica roots. “Cabin Fever” è infatti il miglior compendio alla sua musica, un eccellente mix di country music, rockabilly, western swing e cowboy ballads tenute insieme da una straordinaria musicalità. Concepito inizialmente nel suo ‘buen retiro’ tra le nevi dell’Alberta, “Cabin Fever” è stato plasmato anche attraverso brevi fughe a Las Vegas, Austin e New York City dove Corb Lund ha continuato a comporre e ad ispirarsi attraverso la sua attività live e alla vita on the road. Accompagnato dai fidi Hurtin’ Albertans, il disco è il perfetto punto di incontro tra Canada e Texas, tra due visioni musicali più vicine di quanto le miglia possano dividere geograficamente ed è anche il punto più alto di un percorso musicale che ha portato Corb Lund ad esprimersi in maniera fortemente personale. “Cabin Fever” è un disco inciso praticamente live in studio, senza sovraincisioni, per mantenere vivo lo spirito di queste canzoni, sempre fortemente radicate nella tradizione, composto quasi interamente dal solo Corb Lund, con l’eccezione di tre canzoni, peraltro strepitose, “Bible On The Dash”, firmata con Jason Boland e Hayes Carll che lo affianca anche vocalmente e la coppia “One Left In The Camber” e “(You Ain’t A Cowboy) If You Ain’t Bucked Off” frutto della collaborazione con Matt Skinner, uno dei beniamini di Lone Star Time. Non è assolutamente da meno il resto dell’album, a partire dalle splendide e rocciose “Gettin’ Down On The Mountain” e “Dig Gravedigger Dig”, due momenti che spazzano subito il campo da dubbi sull’ispirazione del nostro. “September” è morbida e flessuosa, “Mein Deutsches Motorrad” è per contro un divertente rock’n’roll, tutto ritmo e passione, “Cows Around” è puro Texas, western swing al cento per cento come se Corb fosse nato lì, “Drinkin’ Like You Mean It” è genuinamente honky tonk, una ‘drinkin’ song’ assolutamente classica, “Priceless Antique Pistol Shoots Startled Owner” è pura melodia da cowboy ballad con l’intro di uno yodel che è un po’ uno dei marchi di fabbrica di Corb Lund, “The Gothest Girl I Can” ci riporta nei territori rockabilly e “Pour ‘Em Kinda Strong” chiude ancora con una classe smisurata, degna della migliore tradizione outlaw. Decisamente e inevitabilmente uno dei dischi dell’anno. Remo Ricaldone

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