“Texodus” è al tempo stesso il
punto di partenza e di arrivo per Dylan Sneed, cantautore nato ad Austin, Texas ma trasferitosi a Hartsville,
South Carolina dove ha concepito questo suo debutto, un disco ricco di una
musicalità sensibile e profonda in cui emergono sia le sue radici texane sia le
sue esperienze ‘on the road’ degli ultimi cinque anni. L’album è stato
autoprodotto grazie a Kickstarter.com, un modo intelligente e sempre più usato
per raccogliere fondi tra i fans e gli amici ed ‘evitare’ le maglie, talvolta
strette e condizionanti, di una casa discografica. La notevole vena artistica
di Dylan Sneed, il suo piglio sicuro e rigorosamente vicino alla migliore
tradizione americana in fatto di storytelling rende il prodotto godibile,
confezionato con amore e poesia, ricco di emozioni legate alla vita di tutti i
giorni. La canzone che apre il disco e che ne da il titolo è una passionale
storia di un’anima irrequieta che rifiuta di mettere radici e fa del viaggio
un’imprescindibile scelta di vita, “Selfish Boy” è un ulteriore bellissimo
esempio della forza ispirativa di Mr. Sneed, “The Garden” lascia scorrere una
melodia veramente rimarchevole mentre le suggestive ballate “Midnight
Promenade” e “Under The Sheets” evocano notti insonni e ninnenanne pregne di
storie agrodolci. “Girls Just Want To Have Fun” è proprio quella di Cindy
Lauper, qui riletta con un fascino ‘low fi’ mentre per contro la più
movimentata “Climb This Wall” gioca con argomenti come l’innamoramento con
ironia e gioia. Dylan Sneed è stato
anche definito ‘un sobrio Townes Van Zandt’ ma i riferimenti non si fermano al
compianto troubadour, il suo è un riprendere con garbo e sincerità il più ampio
e nobile ‘songbook’ americano. Ora attendiamo una sua conferma. www.dylansneed.com.
Remo Ricaldone
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