
Chi
ha avuto l’occasione di accostarsi al loro debutto intitolato “Dance In The
Sun” ricorderà una band pimpante, divertente, genuina e soprattutto
indissolubilmente legata alle proprie radici, quelle tra country music, folk,
bluegrass e rock che sono di casa nel Deep South. Proprio da quelle zone
arrivano i Deadfields, quintetto formatosi tra South Carolina e Georgia che
conferma con questo loro secondo disco quanto di buono era stato detto in
occasione del precedente. Il gusto per la melodia, voci e strumenti (spesso
acustici con largo spazio a banjo, dobro, mandolino e pedal steel) che si
fondono perfettamente e quel senso di divertimento che pervade le loro canzoni
(tutte originali tranne una personale rivisitazione di “All Apologies” firmata
da Kurt Cobain): tutte peculiarità che ritroviamo intatte e che rendono la loro
formula musicale, certamente non rivoluzionaria ma dannatamente piacevole,
vincente. “Often Wrong Never In Doubt” già dal titolo rimarca un ‘sense of humour’ sempre presente e coinvolge subito
l’appassionato di roots music per passione e forza interpretativa. “Cuttin’
Ties”, la title track “Often Wrong Never In Doubt”, “The Spark” (un country
& western di ottima caratura), la nitida melodia di “Keep Me Clean”, la
robusta “The Road Beckons” che li avvicina al classico suono roots rock texano
degli ultimi anni, “Good Enough”, ballata dall’andatura mossa ed interessante, la
già citata bella cover dei Nirvana di “All Apologies” e la grinta di “If It
Don’t Matter” sono a mio parere i momenti che si fanno ricordare e che
rappresentano un po’ la spina dorsale dell’album. Un album interpretato con
sagacia e maestria da una band che si è saputa ritagliare un posto tra le cose
più interessanti proposte dalla scena indipendente americana.
www.thedeadfields.com.
Remo Ricaldone
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