Grand
Old Grizzly è una nuova interessante band che arriva da Houston, Texas e che si
pone in quell’affollata scena alt-country e americana che tanto ha dato alla
musica delle radici d’oltreoceano. Will Thomas ne è il leader, autore della
maggior parte del materiale, voce solista e in qualche modo colui che ha
modellato un suono che ha punti in contatto con Uncle Tupelo, Old 97’s e, in
certi momenti, il Tom Petty più roots. Mark Riddell (basso, tastiere e
percussioni) e il batterista Paul Beebe sono gli altri membri, con l’aggiunta
esterna in questo disco delle chitarre e della pedal steel di Craig Feazel, di
Hunter Perrin e del banjo di Dustin Welch, figlio del grande Kevin, ospiti dal
notevole ‘peso specifico’. Il disco omonimo dei Grand Old Grizzly fotografa con
chiarezza lo stato di una band che negli ultimi anni si è fatta un bel nome
nell’area di Houston ma che ora sta uscendo nel resto dello Stato e che,
secondo speranze ben riposte, può fare un salto di qualità ed affiancarsi alle
band più in vista a livello nazionale. A questo proposito la recente ‘apertura’
di concerti dei Blackberry Smoke può essere un buon viatico ad una loro
meritata affermazione. Undici brani, undici momenti in cui si alternano country
music, rock, attitudini quasi western e tutta la passione per i suoni che ci ha
regalato il Lone Star State in questi anni, per un lavoro ricco di spunti
interessanti e di un songbook già intrigante e vario. Da “The Mad Ones” che
apre molto positivamente l’album a “Tallahassee”, una delle preferite dai fans
e non solo, dall’acustica “Morning”, uno dei brani che vede protagonista il
banjo di Dustin Welch alla cristallina “I Was Thinkin’” che avvicina i Grand
Old Grizzly al cantautorato texano,
Robert Earl Keen in particolare, non mancano i momenti da ricordare e
che rendono ancora più appetibile il disco. “Marvelistic Coward Band” è ancora
guidata dal banjo e rafforzata da una pulsante sezione ritmica, “Approaching
Cars” è ancora stilisticamente vicina a REK con le sue fascinazioni tra il West
e il border con il Messico mentre “The Sundowners” mischia con estrema bravura
canzone d’autore, country music e rock. Una ricetta musicale quella dei Grand
Old Grizzly certamente già sentita e proposta da molti prima di loro ma
presentata con grande genuinità e passione. E non è poco. www.grandoldgrizzly.com.
Remo Ricaldone
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