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Jimmy LaFave - The Night Tribe

Pubblicato da Remo Ricaldone |



Jimmy LaFave sta attraversando un periodo di grande ispirazione e “The Night Tribe”, suo nuovo disco, conferma un talento non comune e una scrittura impeccabile. Dai tempi in cui il troubadour nato in Texas ma ben presto protagonista della nascita del ‘Red Dirt sound’ a Stillwater, Oklahoma, sua città adottiva, si poneva come naturale continuatore della tradizione di Woody Guthrie e Bob Dylan, sue due guide spirituali, è passato molto tempo, anni passati a produrre genuina roots music con folk e country nel cuore. Dagli esordi a fine anni settanta è maturato enormemente sia dal punto di vista compositivo che da quello delle performance, ormai pregne di passione e sincero coinvolgimento. “The Night Tribe” è un lavoro profondamente meditato e sviluppato grazie alla collaborazione di una manciata di grandi musicisti che lo hanno supportato con una classe sopraffina, a partire dal pianista Radoslav Lorkovic, già al fianco di innumerevoli cantautori, per poi sottolineare i tre chitarristi protagonisti di queste session (tenute negli ormai storici studi Cedar Creek di Austin, Texas), Anthony Da Costa, Larry Wilson e Garrett Lebeau. Le canzoni sono spesso dilatate oltre i cinque minuti ma sempre gustose e appassionanti, largo spazio agli intrecci tra piano, organo e chitarre, elettriche o acustiche, con interpretazioni vocali sempre pregevoli. Due cover e ben undici brani firmati dallo stesso Jimmy LaFave confermano lo stato di grazia del nostro, così come in questi ultimi anni ci aveva abituati, mantenendo sempre alto il livello poetico. “Journey Through The Past” di Neil Young e “Queen Jane Approximately” di Bob Dylan stanno a fissare le ispirazioni di Jimmy LaFave, mentre la canzone che dà il titolo all’album con le sue tonalità ‘nere’ tra blues e jazz (e una melodia che mi ricorda la magnifica “Blind Willie McTell” di Bob Dylan), “The Beauty Of You”, “Never Came Back To Memphis” con la sua tersa melodia e il sapore dei classici, “Dust Bowl Okies”, “Island” e “The Roads Of The Earth” meritano di essere godute appieno, gioiellini di un album tra i candidati ai migliori dell’anno.
Remo Ricaldone

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