Tra
i cantautori più sensibili in terra texana, Hayes Carll torna dopo cinque anni
dal precedente “KMAG YOYO”, disco che gli aveva dato visibilità e notevole
apprezzamento da parte di critica e pubblico. Cinque anni in cui molto è
cambiato per Hayes, cinque anni in cui ha dovuto ricostruirsi una carriera e
una vita dopo il fallimento della sua label e quello del suo matrimonio.
“Lovers And Leavers” porta con se le tracce di questi anni difficili,
certamente più riflessivo e meditato, autoprodotto con cura, ancora una volta
però mostrando capacità compositive e interpretative di qualità. La produzione
è nelle mani di Joe Henry, in questi anni tra i producers più attivi e
considerati, con un suono modulato e attento ai particolari, a partire da una
sezione ritmica nella quale spiccano i tamburi di Jay Bellerose, un elemento
fidatissimo e spesso usato da Mr. Henry per dare quel tocco personale alle
canzoni alle quali partecipa. L’album è denso di ballate di classe, a partire
dalle note di apertura affidate a “Drive” e proseguendo con le vivide immagini
evocate da “Sake Of The Song” con i fantasmi dei compianti Townes Van Zandt e
recentemente di Guy Clark e “Good While It Lasted”. Le performance sono
coinvolgenti e intensamente vissute, voce e arpeggi chitarristici ci guidano in
un viaggio ispirato, dipingendo personaggi e storie che gli amanti della
canzone texana hanno imparato a conoscere e ad amare attraverso Ray Wylie
Hubbard, Joe Ely, Butch Hancock, Robert Earl Keen e via discorrendo. “You Leave
Alone”, interiore e sofferta, “My Friends” con le ‘pennate’ di una pedal steel
che a me ricorda le desolate ma affascinanti lande desertiche del West Texas è
tra le cose più intriganti del disco mentre il pianoforte ha ampio spazio in
un’altra ballata che lascia il segno, “The Love That We Need”. “The Magic Kid”
scava nuovamente nelle emozioni più reali, un racconto ben delineato e
ottimamente strutturato con l’inserimento di un piano ‘wurlitzer’ che dà
sostanza alla melodia, “Love Is So Easy” ha il sapore delle vecchie ballate di
Guy e Townes e “Jealous Moon” congeda Hayes Carll nel modo più naturale
avvolgendoci con la delicatezza del binomio chitarra acustica e wurlitzer al
quale Jay Bellerose aggiunge tutta la sua tecnica e bravura alle percussioni.
“Lovers And Leavers” è sicuramente più dimesso e interiore rispetto al
precedente ma guadagna molto con gli ascolti fino ad insinuarsi nel cuore di
chi ama i nomi citati e ai quali Hayed Carll mostra grande amore e affinità.
Remo Ricaldone
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