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Jack Ingram - Midnight Motel

Pubblicato da Remo Ricaldone |



A ben sette anni dal precedente lavoro discografico torna Jack Ingram, personaggio che nelle scorse decadi ha saputo coniugare la canzone d’autore texana a certo rockin’ country che nel Lone Star State ha vissuto stagioni esaltanti. Certo che il suo avvicinamento al mainstream, seppur mai cedendo in fatto di buon gusto e genuinità, lo ha un po’ ‘bruciato’, finendo per inficiarne un rendimento che ad inizio carriera lo aveva posto come uno dei nomi più interessanti della sua generazione di musicisti. Tutto questo tempo è servito a rivedere le sue priorità, decidendo saggiamente di recuperare il completo controllo della sua musica e di fare un po’ di ordine nella propria vita. L’affidarsi poi ad una delle più serie label indipendenti in fatto di roots music, la Sugar Hill Records, è stata la scelta più intelligente e “Midnight Motel” sta a testimoniare il valore di un ritrovato troubadour. Il disco è uno dei più personali e intimi della sua produzione, ricco di ballate e midtempo proposte in sequenza, quasi a voler ricreare lo spirito creativo e propositivo delle session in poco più di un’ora di durata. Ritroviamo con grande piacere un artista in cui maturità ed esperienze di vita hanno plasmato sonorità e melodie limpide ed intense, storie spesso sofferte ma affrontate con un piglio forte e pregnante. Gli inevitabili riferimenti alla vita ‘on the road’ per un musicista nella cui discografia appaiono numerosi live e che ha consacrato la carriera al contatto diretto con il pubblico, gli aneddoti divertenti e nostalgici, le amicizie e gli amori contrassegnati da grandi bevute e ritrovati nuovi stimoli sono le cose attorno a cui ruotano le canzoni del disco, aperto e chiuso da “Old Motel” (in versioni acustica ed elettrica), un po’ il manifesto sonoro di questo nuovo corso. “I Feel Like Drinkin’ Tonight” e soprattutto “I’m Drinking Through It” sono ‘drinking songs’ di ottima fattura, così come “Blaine’s Ferris Wheel”, “It’s Always Gonna Rain”, la splendida “What’s A Boy To Do” tra gli highlights dell’album e “Champion Of The World” sono episodi da sottolineare per questa ritrovata vena compositiva. Unico piccolo appunto è la mancanza di uno o due brani più trascinanti e ritmati, a spezzare un ‘mood’ rilassato e contemplativo. Comunque, bentornato Jack!.
Remo Ricaldone

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