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Jono Manson - The Slight Variations

Pubblicato da Remo Ricaldone |



Jono Manson è un personaggio fantasioso ed instancabile, musicista, produttore e promoter dal carattere aperto e propositivo, attivo dalla fine degli anni settanta con collaborazioni ampie e variegate che lo hanno portato a risiedere nel nostro Paese dal 2003 al 2006, facendosi apprezzare per grandi doti artistiche ed umane. Nato a New York, Jono ha trovato nel New Mexico la sua casa perfetta e lì è tornato, dopo mille peregrinazioni, per produrre musica nella piccola località di Chupadero dove ha dato vita ai suoi due ultimi album da solista, l’ispirato e pregevole “Angels On The Other Side” inciso nel 2014 e questo ancora eccellente “The Slight Variations”, strutturato come fosse un racconto tra rock e radici, condensando le proprie esperienze personali e musicali in modo vivo e vibrante. L’apertura è affidata a “Trees”, una ‘overture’ dai sapori quasi irlandesi che lo ricollega anche a certe cose dell’ultimo Steve Earle, momento che subito fa spazio alla più rockeggiante “Rough And Tumble”, solido e classico momento dalle inflessioni ‘stonesiane’ e legate al classic rock degli anni settanta. “I’m Ready” e “Wildflower” ammorbidiscono i toni con melodie dolci e passionali, arrangiate con grande gusto ed equilibrio. Le chitarre elettriche di Kevin Trainor e le tastiere di Jason Crosby sono i punti fermi di queste sessions e danno il giusto contrappunto alla vena poetica di Jono Manson come in “The Sea Is The Same”, perfetto esempio del suo ottimo stato di forma compositivo. “Footprints On The Moon” chiude il ‘primo movimento’ di questo “The Slight Variations” aprendo la melodia con la consueta grazia e limpidezza in un contesto elettro-acustico decisamente country-rock. La title-track ha invece un sapore più funky e sincopato, traendo ispirazione da certe cose dei Little Feat ma anche dai Grateful Dead di metà anni settanta, “What Would I Not Do?” sposta ancora l’attenzione questa volta verso Elvis Costello e Nick Lowe con atmosfere che nobilitano il miglior pop-rock come si faceva molto tempo fa mentre “So The Story Goes” è una suadente country ballad, interpretata con la consueta classe. L’epilogo è poi affidato a una “Little Bird Song” che condensa in pochi minuti l’essenza del personaggio: cuore, anima e talento in una ballata dai toni ‘southern’ che ammalia e chiude nel migliore dei modi un disco caldo ed appassionato.
Remo Ricaldone 

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