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Gill Landry - Love Rides A Dark Horse

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Gill Landry ha legato il proprio nome ad una delle migliori band del panorama acustico delle radici come gli Old Crow Medicine Show, da cui è uscito per l’urgenza di proporre suoni maggiormente intimi e legati al racconto della canzone d’autore tra country e folk. “Love Rides A Dark Horse” trova il musicista nativo della Louisiana alle prese con una narrazione forse mai come oggi intensa e vissuta, dovuta alle prove che la vita gli ha riservato e che ne hanno forgiato una personalità profonda e ‘scura’. Townes Van Zandt è sempre stato per Gill Landry una guida e un’ispirazione, il suo modo di esporre lo vede vicino al grande texano e, specialmente in questo suo nuovo disco, le ballate compongono un insieme veramente affascinante e diretto, con la pedal steel sempre in agguato, una sezione ritmica discreta e mai invadente e il gusto per storie che spesso hanno un retrogusto amaro e sofferto. “Denver Girls” piuttosto che “Bird In A Cage” o la struggente e ‘country-flavored’ “Broken Hearts & Things We’ll Never Know” sono momenti che lasciano il segno, ammaliano per senso melodico e interpretazioni di eccellente caratura, “The One Who Won The War” è un altro ‘highlight’ per un album che cresce enormemente con gli ascolti visto che il ‘mood’ è principalmente basato su ballate e midtempo. Da citare ancora una “The Only Game In Town” narrata con il cuore in mano, a volte vicina come suoni all’immaginario bucolico di “Harvest” di Neil Young, con ancora la pedal steel che disegna splendidamente, “Scripted Love” che ha nel dna la country music autentica di un Sturgill Simpson o di Chris Stapleton (voce a parte), “The Woman You Are” dai cenni autobiografici che evoca afflizioni ma anche speranze e la conclusiva “The Real Deal Died” dove aleggia in fantasma di Leonard Cohen in una performance poetica e tormentata. Probabilmente il lavoro più maturo e pregnante per un artista dalle grandi doti.

Remo Ricaldone

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