Cousin
Harley è un piccolo ma solido combo formato da tre musicisti canadesi
profondamente innamorati di rockabilly e di country music. Il chitarrista e
cantante Paul Pigat ne è il leader e, poco prima di incidere un suo album
solista, si accorge che il 29 novembre 2017 cade il centesimo anniversario
dalla nascita di uno dei suoi miti musicali, Merle Travis, leggendaria figura
nella storia della country music. Accantonato subito il progetto richiama in
studio i suoi pards, Keith Picot al basso e Jesse Cahill alla batteria,
buttandosi anima e corpo in quello che è un sentito e accorato omaggio alla
musica di Merle Travis, filtrato naturalmente dalla sua enorme passione per i
suoni ‘old fashioned’ del rockabilly. Ne esce un prodotto che si gusta dalla
prima all’ultima nota, un disco fresco e pimpante che inanella una serie di
classici ma anche brani meno noti della produzione del chitarrista kentuckiano
con l’aggiunta di un originale che ne omaggia il luogo di origine, Rosewood. I
Cousin Harley sono ormai una band rodata, al sesto disco, e Paul Pigat un
artista a tutto tondo che ha condiviso il palco con musicisti del calibro di
Brian Setzer, James Burton, Jakob Dylan e Reverend Horton Heat per citarne
alcuni e questo suo tributo è la grande conferma di un talento e un ‘sense of
humor’ notevoli. Tra i superclassici non potevano mancare “Sixteen Tons”, “Dark
As A Dungeon” e “Smoke Smoke Smoke That Cigarette” con le loro irresistibili
melodie, veri classici del grande libro della musica americana mentre forse
meno note ma non meno pregevoli risultano la title-track “Blue Smoke”, “Deep
South”, “Cincinnati Lou”, “So Round, So Firm, So Fully Packed”, “Too Much Sugar
For A Dime”, “Fat Gal”, tutte pervase da massicce dosi di swing, country music
e rock’n’roll ‘primigenio’. Una selezione decisamente vincente e godibilissima
chiusa dall’unico brano scritto per l’occasione da Paul Pigat, una “Rosewood”
in perfetto Travis-style, con un classico finger-picking a suggellare un album
che è una vera boccata d’aria fresca. Rigenerante.
Remo Ricaldone
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