Ci
eravamo occupati della musica di Caleb Caudle, musicista del North Carolina
dall’intrigante musicalità tra americana e canzone d’autore, in occasione del
suo eccellente “Paint Another Layer In My Heart”, disco che lo aveva imposto
come nome da tenere d’occhio per qualità e passione. Ora “Crushed Coins” lo
‘sdogana’ grazie ad un livello complessivo di grande poesia ed incisività,
ricordando spesso i suoni che ci hanno fatto amare gente come Jason Isbell, il
Bruce Springsteen più intimista e il Ryan Adams meno rock. Come per i
precedenti due dischi Caleb stringe una proficua partneship con il produttore
Jon Ashley che questa volta lo guida attraverso una serie di canzoni dal taglio
più profondamente introspettivo, inoltrandosi spesso in territori dove country,
folk, blues, pop e canzone d’autore si intrecciano naturalmente per creare
emozioni ed impressioni che si fanno ricordare. Se “NYC In The Rain” ha il
taglio del miglior Ryan Adams, quello ‘ammaliato’ dal fascino della Grande
Mela, “Headlights” ci accarezza grazie ad una interpretazione intensa e ad una
voce che rimane una delle caratteristiche migliori di Caleb Caudle. “Empty
Hearts” è una ballata elettrica intensa che ancora una volta riporta alla mente
l’ex leader dei Whiskeytown con un’altra melodia vincente, “Love That’s Wild”,
introdotta dalla bella pedal steel di Brett Resnick è inevitabilmente più
country, scorrevole e carica di pathos, “Stack Of Tomorrows” è cristallina e
arrangiata con sagacia in cui le chitarre elettriche (nelle mani di Megan
McCormick) e la pedal steel si fondono splendidamente. Da citare ancora
“Madelyn”, cadenzata e pura con il fiddle a guidare la melodia, certamente tra
i momenti più country dell’album, così come “Six Feet From The Flowers”
dall’eccellente carica poetica e la più cantautorale “Until It’s Over”,
perfetta per chiudere (quasi) in solitudine e in maniera accorata un lavoro da
conoscere e godere nei vostri momenti di riflessione e relax.
Remo Ricaldone
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