Dietro
allo pseudonimo Lucky Bones c’è il nome di Eamonn O’Connor musicista irlandese
di Dublino che ha trovato ispirazione in certa musica americana delle radici
(tra tutti le ballate agrodolci di Ryan Adams) non dimenticando il prezioso e
forte retaggio sonoro dell’isola di smeraldo e pagando tributo ai Waterboys di
Mike Scott da una parte e alle sensazioni descrittive di un Mark Knopfler
dall’altra. I suoi primi passi discografici nel 2009 lo hanno portato spesso a
visitare il Texas e anche questo “Matchstick Men”, pur inciso in Irlanda non
disdegna atmosfere americane in un suono complessivo comunque molto personale e
non facilmente etichettabile. La qualità delle canzoni è sempre molto buona,
gli arrangiamenti curati cesellando strumenti acustici ed elettrici con
intelligenza, le interpretazioni accorate e passionali. Lo sguardo è comunque a
mio parere verso l’ex Whiskeytown con cui Eamonn O’Connor condivide l’amore per
quelle ballate sospese tra elettricità e sogno, tra rock e radici in un lavoro
che non ha forse brani che spiccano particolarmente ma la cui forza sta nel
presentare un ‘plot’ decisamente intrigante per coesione ed organicità. Da “I
Can Feel It Coming” con echi quasi ‘pettyani’ alla title-track presentata
logicamente in cima alla scaletta, da “Gone” alla scarna e accorata “Home To
You”, il disco scorre con grande naturalezza e acquista ogni volta in
particolari che lo rendono ancora più godibile. Lucky Bones merita di essere
conosciuto per i suoi quadretti di vita spesso amari ma con, dietro l’angolo,
speranza e grande anima.
Remo Ricaldone
0 commenti:
Posta un commento