Tra
il 1976 ed il 1980 Dirk Hamilton, musicista che dall’Indiana si trasferì a Los
Angeles per fornire un contributo magari non fondamentale ma certamente
eccellente dal punto di vista artistico con il suo mix di
folk-rock-soul-country che doveva tantissimo a Van Morrison, Bob Dylan e Graham
Parker in primis, fece quattro dischi che ancora oggi risultano più che
godibili, soprattutto l’accoppiata “Meet Me At The Crux” del 1978 ed il
seguente “Thug Of Love” di due anni dopo. A seguire ci fu un periodo in cui,
scoraggiato dalle politiche delle major, si dedicò a tutt’altro ma il suo
percorso discografico rimase nel cuore di molti, in particolare di
quel grande appassionato che fu Franco Ratti che diede a Dirk Hamilton la
possibilità di tornare ad incidere grazie ad un contratto con la Appaloosa
Records. Di quella stagione “Yep!”, pubblicato nel 1994 fu una delle cose
migliori, il più vicino allo spirito e all’ispirazione di quell’irripetibile
inizio di carriera, un disco che a distanza di parecchi lustri mantiene intatta
la sua forza ed il suo fervore. E’ quindi
più che benvenuta la ristampa di quel lavoro, stimolante, accorato ed
orgolioso, in cui il protagonista è affiancato da una serie di nomi di valore
assoluto, a partire da una sezione ritmica sagace e discreta formata da Paul
Pearcy alla batteria e David Hayes al basso, nobitato dalla tastiere e dalla
fisarmonica di Radoslav Lorkovic, stimolato dal fiddle di Champ Hood, con le
chitarre ed il mandolino di Marvin Denton a ricamare sulle melodie di Mr.
Hamilton. Tra Los Angeles ed Austin, Texas queste session ci hanno regalato
veri piccoli gioiellini come “Soul And Body”, la frizzante canzone che da’ il
titolo all’album, le suggestioni ‘spanish’ di Boy On A Roof”, “Lonely Videos” e
“The 1-2 Sucker Punch” in cui fa
rivivere lo spirito dell’amato Van Morrison in ballate elettro-acustiche i
cui vocalizzi sono quelli tipici che ci hanno fatto apprezzare i suoi primi
dischi, il Graham Parker più ‘caraibico’ nella fresca “On A Volcano”, “Rainbows
In The Night” intimista e soffusa e “Tunnel At The End Of The Light”, ballata
tra le migliori del lotto, con “The Only Thing That Matters” una delle più
vicine alle ispirazioni degli esordi. Ad arricchire questa ristampa c’è un
pregevole secondo disco che documenta le attività live di Dirk Hamilton di quel
periodo (1994/95), colto in concerto tra Sassuolo, Carpi e Ferrara e le
consuete ed eccellenti traduzioni di ogni brano, ormai tradizione della label
italiana.
Remo Ricaldone
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