Sembravano
essersi un po’ persi anche se con numerosi cambi di line-up avevano continuato
ad esibirsi con alterne fortune ed ecco ritornare i Kentucky Headhunters, band
che alcuni ricorderanno per il loro debutto nel 1989 intitolato “Pickin’ On
Nashville”, probabilmente il loro disco di maggior successo. Le radici della
band comunque risalivano ad una ventina di anni prima quando i fratelli Richard
e Fred Young formarono gli Itchy Brothers che si trasformarono anni dopo nei
Kentucky Headhunters, gruppo che vide negli ‘anni d’oro’ la presenza di
un’altra coppia di fratelli, Doug e Ricky Lee Phelps, ben presto fuoriusciti
per cercare gloria al di fuori dei KH. Quello dei Kentucky Headhunters è stato
sempre un robusto rock con forti iniezioni di blues e country che li ha spesso
fatti apprezzare da un pubblico trasversale ma che è un po’ stato anche il loro
limite commerciale. Dal vivo hanno sempre dato il massimo e la loro naturale propensione
per la dimensione live è qui confermata da “Live At The Ramblin’ Man Fair”
pubblicato dalla label chicagoana dedita al grande blues Alligator Records.
Inciso in terra d’Albione, l’album ci regala una bella carrellata di solido e
trascinante rock naturalmente pervaso da inflessioni blues che si percepiscono
anche da chiare scelte di repertorio, a partire da “Big Boss Man” di Willie
Dixon che introduce con calore e coinvolgimento questa selezione. “Have You
Ever Loved A Woman” ripercorre le stesse strade del più genuino ‘southern rock’
alla maniera classica della Allman Brothers Band con un pregevole rincorrersi
di assoli chitarristici e una accorata performance vocale, “Shufflin’ Back To
Memphis” si muove ancora nel ‘deep south’ tra soul e blues. Da ricordare ancora
un paio di originali, firmati dalla band, come “Walking With The Wolf” e la
bella “Ragtop” che si inseriscono con bravura in un contesto molto tirato e
vigoroso. Non si aggiunge nulla alla ‘storia’ del rock sudista ma qui in gran
parte siamo davanti ad un gruppo che si trova a suo agio davanti al pubblico
che con nostalgia ricerca questo mix di rock, blues e (poco) country e non
vuole novità particolari. Discreta è poi la cover della celeberrima “Don’t Let
Me Down” di beatlesiana memoria, qui ulteriormente virata verso un rock (un po’
‘sgangherato’ per la verità) di grana grossa. Ad arricchire la proposta ci sono
poi tre brani incisi in studio con la collaborazione preziosa del pianista
Johnnie Johnson, storico partner tra gli altri di Chuck Berry. Un tris che
comprende una ottima “Rock Me Baby” di Arthur ‘Big Boy’ Crudup” a cui segue una
trascinante “Rock’n’Roller” ancora con il sontuoso pianismo di Mr. Johnson.
“Hi-Heel Sneakers” congeda i Kentucky Headhunters riprendendo il vecchio hit
(era il 1964) di Tommy Tucker interpretato anche da Elvis Presley, da Janis
Joplin e da Carl Perkins tra gli altri. Un finale di gran classe.
Remo Ricaldone
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