Già
dalla copertina si evince quanto James Maddock voglia mostrare il suo lato più
rock’n’roll, più nostalgicamente legato alla ‘golden era’ degli anni cinquanta
e sessanta, lasciando momentaneamente da parte il romanticismo asciutto ed
evocativo degli album precedenti. Il musicista di Leicester, Inghilterra ma
ormai ‘adottato’ a tutti gli effetti dagli States ha quindi ripreso con scelta
felice i suoni del rock primigenio, quelli in cui fanno capolino inflessioni
soul e doo-wop con un gusto della melodia e del ritmo decisamente trascinanti.
“If It Ain’t Fixed, Don’t Break It” è un godibilissimo viaggio attraverso
quelle sonorità colorate a tinte forti e calde che rimandano via via ai primi
Blasters e agli esordi dei Los Lobos, a quell’urgenza di riprendere strade per
nulla scontate ma che suonano ancora oggi fresche e vibranti. La band che lo
segue passo passo è il solito fedele trio formato dalla batteria di Aaron
Comess, dal basso di Drew Mortali e dalle scintillanti tastiere di Ben Stivers,
con l’aggiunta delle armonie vocali di Joy Askew e Shannon Conley a dare
quell’ulteriore tocco spensierato e ‘vintage’ alle canzoni. James Maddock ha
sempre amato profondamente Bruce Springsteen e Van Morrison, due suoi ‘fari’
musicali, e anche in questo disco emergono spesso certe inflessioni rock e soul
che rimandano ai vecchi lavori dei sopracitati. Una sola cover e nove originali
sono gli ‘ingredienti’ di questa ricetta che ci riporta indietro negli anni
senza risultare fiacca e debole ma con un piglio stimolante e soprattutto
divertente. Uno spirito festaiolo e frizzante che parte da “Discover Me” con
colorazioni vicine a certo rockabilly e passa dalla cover sorprendente di
“Loretta” di Townes Van Zandt qui rivoltata come un calzino e fatta diventare
un contagioso rockin’ country, dalla lunga ed articolata “Calling My People”
con un botta e risposta degno dei migliori soul men e si chiude con il
rock’n’roll a la Jerry Lee Lewis di “Land Of The Living”. Disco questo che, pur
sembrando un semplice ‘divertissement’, conferma la profonda onestà
intellettuale, la genuinità e la passione di Mr. James Maddock.
Remo Ricaldone
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