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Dallas Burrow - Southern Wind

Pubblicato da Remo Ricaldone |


Dallas Burrow è uno dei più interessanti tra i musicisti texani emersi quest’anno e nonostante la ancora giovane età è in possesso di un ‘vissuto’ importante e denso di esperienze. La sua natura irrequieta, curiosa e vagabonda lo ha portato da New Braunfels in giro per il mondo, da New Orleans alla Spagna, dalla California all’Europa dell’Est, accumulando ed assorbendo influenze che ne hanno determinato stile espressivo e profondità. Le basi sono fortemente country ed il suono risente di quell’attitudine tipicamente texana di fondere generi cogliendo lo spirito più autentico della musica delle radici. Voce roca e ruvida, arrangiamenti di notevole fascino, storie inevitabilmente legate alle esperienze di vita caratterizzano una selezione vincente come quella di “Southern Wind”, inciso a Nashville con l’aiuto di gente come Kenny Vaughan e Chris Scruggs (nipote del mitico ed indimenticato Earl) dei Fabulous Superlatives di Marty Stuart, dell’ottimo fiddle di Billy Contreras, dell’esperto basso di un sideman del calibro di Dave Roe e delle incisive e suadenti armonie vocali di Sierra Ferrell tra gli altri. Bastano poche note dell’iniziale “Water & Wood” per calarci nell’intima essenza della musica di Dallas Burrow con un fiddle che entra nel profondo e Sierra Ferrell che duetta col protagonista, mentre la seguente “Southern Wind” è il vero manifesto del disco, cuore ed anima profusi in quantità (e c’è anche una versione alternata nel finale, a suggellare il tutto) in una performance impeccabile. Le interpretazioni rimangono tutte ad un livello importante, vissute intensamente e consegnate all’ascoltatore nella maniera più sincera ed onesta, da “It’s About Time” ballata accorata, alla ritmata e passionale “Guitar Man”, altri due momenti fondamentali dell’album. E’ comunque tutto l’album che si giova della coesione e della sinergia tra i vari momenti, mantenendo per tutta la durata una qualità molto buona, con piccoli gioiellini come le cadenzate e stuzzicanti “I Come And I Go” e “Rodeo” che non vedrei male in una rilettura da parte di Lyle Lovett per il loro incedere ‘swingante’, “No Time To Waste”  pura Texas music nella migliore tradizione del Lone Star State, “The Whole World Is For Sale” ancora tra gli highlights per intensità e fascino, “Gotta Ramble” potente ed energica e, per contro, l’introspezione poetica di “Worker Bees”. Uno dei dischi dell’anno in ambito (Texas) roots.
Remo Ricaldone

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