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Artisti Vari - Buscadero Americana

Pubblicato da Remo Ricaldone |


“Buscadero Americana” è un prezioso, esaustivo ed accorato tributo alla migliore canzone d’oltreoceano tra rock e radici, un giusto omaggio ai suoni che da quarantanni la rivista (quasi) omonima supporta con amore e competenza. Il doppio album, ricchissimo di spunti e anche di sorprese, è stato curato da Andrea Parodi, vero ‘deus ex machina’ da anni con la sua doppia funzione di promoter e musicista che ha compilato una scaletta amplissima e di gran qualità. Il menù è veramente ghiotto e nasce dall’idea di coinvolgere musicisti legati da una frequentazione assidua dei palchi italiani, chiedendo loro di scegliere un autore amato e di rileggerne un brano. Nasce così una raccolta di gioiellini puri che pescano dal repertorio di Bruce Springsteen, Bob Dylan, Tom Petty, Bob Seger, John Prine, Van Morrison, Bruce Cockburn, Randy Newman, Leonard Cohen, Willie Nelson, Steve Earle, Neil Young e di molti altri in un susseguirsi di interpretazioni accorate e sinceramente coinvolgenti. Il primo disco si apre con un duetto inedito ed affascinante con la voce roca di Thom Chacon e quella intensa di Mary Gauthier che riprendono la bellissima “The Speed Of The Sound Of Loneliness” di John Prine che il suo autore cantò con Nanci Griffith, un’introduzione splendida che anticipa una serie di covers  da favola come “Madame George” di Van Morrison che James Maddock rilegge come fosse una romantica ballata urbana del primo Springsteen, con tanto di fisarmonica che aggiunge un tocco ‘bohemienne’ al brano o come la “Thunder Road” dello stesso ‘Boss’ che Michael McDermott fa risplendere con grandissimo talento interpretativo. Tim Grimm (con “I Know Love Is All I Need” di Rodney Crowell), Brian Mitchell (con “Simple Twist Of Fate” di Bob Dylan), Chris Buhalis (con “We Don’t Run” di Willie Nelson) e Jaime Michaels (con “Pacing The Cage” di Bruce Cockburn) nobilitano poi questa prima parte di “Buscadero Americana” con grandissima naturalezza e bravura, mentre l’unico brano in italiano, la rilettura di “Sonora’s Death Row”, conferma splendide doti interpretative dello stesso Andrea Parodi, in una chiusura commovente per intensità. Dello stesso livello è poi il secondo disco con Eric Andersen che omaggia Townes Van Zandt con una “Snowin’ On Raton” che strappa più di una lacrima, Willie Nile che canta a modo suo ed in maniera assolutamente credibile il Leonard Cohen di “Everybody Knows” ed il sempre sinceramente genuino Jono Manson che rilegge Steve Earle con “Trascendental Blues”. Sorprendenti sono poi le originali cover di “Listen To Her Heart” di Tom Petty che nelle mani di Christian Kjellvander diventa una ballata  destrutturata dalla sua forza rock in cui emerge però tutto il suo fascino melodico e “Like A Hurricane” di Neil Young che Annie Keating rende sua dandone una versione decisamente più delicata e aggraziata senza comunque le 'sgroppate' chitarristiche del loner canadese. Da citare ancora Richard Lindgren bravo a riprendere la magnifica “Louisiana 1927” di Randy Newman, Danni Nichols con l’immortale melodia di Kris Kristofferson “Me And Bobby McGhee” e l’accorata chiusura dedicata al ricordo di Neal Casal in cui Johnny Irion è affiancato dalla figlia Olivia Nora Guthrie. Album che riserverà molte emozioni e che merita tutta la nostra/vostra attenzione.
Remo Ricaldone

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