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James Lee Baker - 100 Summers

Pubblicato da Remo Ricaldone |

A partire dalla splendida confezione fino alle canzoni contenute nel disco, un insieme di profonde ed intime considerazioni personali che toccano cuore e mente, questo nuovo lavoro di James Lee Baker può essere considerato il punto più alto di un percorso che lo sta portando ai vertici della canzone d’autore legata al country ed al folk. “100 Summers” è stato inciso negli studi Blue Rock di Wimberley, Texas con una manciata di eccellenti musicisti come Joel Guzman a piano e accordion, Doug Pettibone alle chitarre, Roscoe Beck al basso, Laurie MacAllister delle brave Red Molly alle armonie vocali e Mark Erelli, tra le più belle voci del cantautorato della east coast e balza subito all’attenzione l’estrema attenzione alle melodie e agli arrangiamenti (curati dallo stesso James Lee Baker con l’esperto Chris Bell, già con Eagles, Don Henley e Christopher Cross tra gli altri), a quella delicatezza nel presentare ritratti e situazioni che risulta vincente. JLB è stato paragonato a Jackson Browne e a Gordon Lightfoot per ispirazione e attitudini e certamente nella sua musica si possono trovare similitudini ma è nel solco della migliore tradizione folk che si può porre questa proposta, derivativa quanto basta ma sempre assolutamente credibile e pregna di empatia. I suoni sono calibrati e coinvolgenti, bilanciati alla perfezione senza perdere in naturalezza e la selezione, aperta e chiusa da due versioni della title-track (la conclusiva più scarna ed acustica), accarezza l’ascoltatore evocando paesaggi ammalianti come nella sognante “The Last Cowboy In Hutchinson County” o nella più movimentata “18-Wheeler (I’m Coming Home)” dalle sfumature country. “Breaking Through The Sumbeams” è orgogliosa ballata folk che rimanda al grande e compianto Stan Rogers e alle cose migliori della scena canadese, “Misinterpreting The Angels” è tra le più intense dell’album suonata con classe e talento, “Santa Barbara” ha il sapore agrodolce della separazione ma anche della rinascita, “A New Man’s World” è un’altra performance ‘con il cuore in mano’ ma è tutto il disco che si presenta come una sentita confessione personale. Consigliato caldamente.

Remo Ricaldone

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