Dall’area
di Savannah, Georgia Matt Eckstine si è
fatto notare per una vena compositiva intrigante e una soavità che deve (in
parti variabili) ai suoni californiani di Laurel Canyon, alla canzone d’autore
tra folk e country di John Prine, alla ruvida essenza di Steve Earle e alle
armonie di James Taylor in un ispirato percorso che ora lo vede interpretare
alcune canzoni che ha composto nel corso degli ultimi anni registrandole
nell’intimità del suo studio casalingo. Una dimensione che ha reso questi brani
freschi e brillanti grazie alle doti di polistrumentista e alle collaborazioni
(invero preziose ma che non spostano gli equilibri) di una ristretta cerchia di
sidemen. “Lil’ Blue” è disco stringato (‘solo’ otto canzoni che superano di
poco i venticinque minuti) ma spesso sopra la media e ricco di spunti positivi,
come nell’introduttiva “Part Of The Ride”, manifesto del talento di Mr. Eckstine,
nella solida “This Heaven”, nella più acustica “Lil’ Blue” dove appare un bel
mandolino nelle mani di Evan Rose, in “Old Guitar” altro highlight in cui
spicca la slide di John Banks e in “Here They Stand” dove il nostro si trova
perfettamente a proprio agio nei suoni roots. Un gradino più sotto ma comunque
piacevoli “Mahi-Mahi And Rice”, unica cover, “Uku Mama” e “Honeydew” con le sue
tenui influenze blues, brani in cui possiamo riscontrare influssi leggermente
simili a certe cose di Jack Johnson. Disco che si gusta in un sorso e lascia
l’ascoltatore con la conferma (o la scoperta se non lo conoscete ancora) di un
buon talento nel panorama indipendente americano.
Remo Ricaldone
0 commenti:
Posta un commento