Attivi
dal 2011 i Ghost Of Paul Revere arrivano
da Portland, Maine e si pongono come una delle più piacevoli sorprese di questi
ultimi tempi. Sei album all’attivo e una crescita continua sia come
affiatamento che come proposta artistica, un gustoso mix di rock e radici con
robuste iniezioni di soul e pop a creare un sound piacevole e mai scontato.
Griffin Sherry alle chitarre, Max Davis al banjo e chitarre, Sean McCarthy al
basso e l’inserimento a tastiere e fisarmonica di Ben Cosgrove hanno fissato la
line-up in un quartetto la cui intesa ed armonia è più che evidente nelle
dodici canzoni che compongono la scaletta di questo “Good At Losing Everything”,
probabilmente il lavoro che può far accrescere la loro notorietà fuori dai
confini del Maine dove tra l’altro godono di una grande popolarità fino al
punto di avere scritto quella che è stata scelta come canzone ufficiale dello
Stato, "Ballad of the 20th Maine" nel 2019. La coralità delle
loro interpretazioni, il fondere con naturalezza stili diversi, la ricerca
costante della melodia sono solo alcuni dei tratti tipici della loro musica, un
folk-rock che spesso si accende con grande entusiasmo per poi cullarci con
intime ballate dal sapore rustico. I tratti quasi gospel che emergono dalla
title-track “Good At Losing Everything”, il fresco pianismo che caratterizza
“Love At Your Convenience”, l’espressività di “Two Hundred And Twenty Six
Days”, la delicatezza acustica di “Diving Bell” dove ci si avvicina al folk, le
pulsioni soul di “Travel On” che li avvicina un po’ a Nathaniel Rateliff e l’intensità di “One Of These Days” introdotta
da una bella armonica sono i momenti da incorniciare per un lavoro sorprendente
e consigliato caldamente.
Remo Ricaldone
0 commenti:
Posta un commento