Protagonista
di una scena tanto sconosciuta ai più, tanto artisticamente vibrante come
quella dell’Alaska, Roland Roberts debutta con un disco intenso, ispirato e
molto promettente intitolato “All About The Timing”, frutto di un talento
genuino. Nonostante sia stato inciso in una gelida giornata di gennaio a
Whitehorse, Yukon, l’album riesce a sprigionare tutto il calore interpretativo,
tutta la poesia, tutta la classe del musicista nato a Memphis e cresciuto tra
Alabama e Colorado che porta con se un suono che congloba country, folk, blues
e bluegrass mantenendo una buona personalità ed originalità. Il fondamentale
contributo del produttore Bob Hamilton, qui prezioso anche strumentalmente a
chitarre, mandolino, dobro e steel, fa si che le dieci canzoni di “All About
The Timing” abbiano quel fascino sincero tipico della miglior canzone d’autore
roots a cui Roland Roberts fa sempre riferimento seguendo la scia per esempio
di John Prine al quale è stato più volte accostato. Le esperienze di vita
prendono qui forma e si sviluppano narrando con nitidezza e semplicità l’ampio
spettro dell’animo umano, declinate sempre con estrema efficacia. Uptempo e
ballate rendono così il risultato pienamente godibile ed attraente, senza
sbavature o cadute di tono, dando il giusto peso ad un songwriting già solido
ma in grado di evolvere ulteriormente. “Beautiful Soul” apre con ritmo
cadenzato e limpidamente country, con un intreccio di strumenti acustici che
sorreggono la melodia e con la certezza di trovarci di fronte un autore vero,
mentre le autobiografiche “Picture On The Wall” e “Sittin’ In Nebraska”
suggellano tutta la capacità narrativa di Roland Roberts, la prima con la bella
armonica di George McCorkey, la seconda con un arrangiamento pieno e
piacevolissimo. “Don’t Tell Me Goodbye” è classica ballata dal sapore country
guidata dalla steel e da grande nostalgia, “Rambling Joe” è un altro dei
momenti più incisivi ed accattivanti con ottimi intermezzi di fiddle e
mandolino ad avvicinare colorazioni bluegrass, la title-track offre tutta la
sua bellezza rurale e “Being Me” scopre un altro momento decisamente ispirato.
Tutti e dieci i brani comunque sono intelligentemente intrecciati a formare un
insieme che introduce ad un’altra bella voce del panorama tra country e folk.
Consigliato.
Remo Ricaldone
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