11:49

Steve Yanek - Long Overdue

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Nato a Youngstown, Ohio ma attualmente residente in Pennsylvania, Steve Yanek guarda però musicalmente ad ovest, a quella meravigliosa stagione musicale dove country, rock e canzone d’autore venivano intrecciati ed assemblati da una manciata di illuminati cantautori e bands, ispiratissimi in particolare nella prima metà degli anni settanta. Jackson Browne, Eagles, John David Souther, Poco e, più avanti, Tom Petty e i suoni che provenivano da Laurel Canyon alle porte di Los Angeles, sono le ispirazioni che hanno contribuito a formare questo album dalla gestazione lunga e laboriosa causa pandemia. A fungere a pieno titolo da co-protagonista è Jeff Pevar, grande chitarrista salito alla ribalta grazie al trio CPR con David Crosby e James Raymond che qui produce con estrema bravura l’album e lo nobilita con un finissimo lavoro a chitarre elettriche ed acustiche, pedal steel, lap steel e tastiere, fornendo quell’apporto fondamentale a rendere le dieci buone canzoni di Steve Yanek decisamente splendenti. Dall’iniziale title-track veniamo trasportati negli anni d’oro della west-coast tra canzone d’autore e rock, con le inevitabili inflessioni roots e con Jeff Pevar eccellente alla lap steel con gli inevitabili rimandi al lavoro prezioso di David Lindley. “Like Now” è ballata calda ed avvolgente con i tramonti californiani negli occhi mentre in “Tired Of This Attitude” entrano due pezzi da novanta come Kenny Aronoff alla batteria e Billy Payne al piano ricordando nelle armonie e nell’attitudine gli Eagles. “All The Sorrow”, ancora con Aronoff e Payne, è solida ed interessante, “Everyone’s Crazy These Days” è giocata sugli arpeggi di acustica di Jeff Pevar ed il piano di Payne e mostra le qualità di Steve Yanek nel ricercare linee melodiche deliziose, “On Your Side” scorre con naturalezza rimandando ancora al Jackson Browne più recente e “About This Town” è ballata pianistica dall’incedere ispirato. A completare un album melodicamente notevole e strumentalmente veramente apprezzabile ci sono  “You Move Me” con il suo carico emozionale e nostalgico, “Throw Me Down The Line” e l’acustica “Goodbye” inevitabilmente posta a commiato di un progetto ‘atteso da tempo’ che rappresenta un passo importante per Steve Yanek e uno piacevolissimo per noi ascoltatori.

Remo Ricaldone

0 commenti:

Posta un commento

Iscriviti alla newsletter