Nato
a Youngstown, Ohio ma attualmente residente in Pennsylvania, Steve Yanek guarda
però musicalmente ad ovest, a quella meravigliosa stagione musicale dove
country, rock e canzone d’autore venivano intrecciati ed assemblati da una
manciata di illuminati cantautori e bands, ispiratissimi in particolare nella
prima metà degli anni settanta. Jackson Browne, Eagles, John David Souther,
Poco e, più avanti, Tom Petty e i suoni che provenivano da Laurel Canyon alle
porte di Los Angeles, sono le ispirazioni che hanno contribuito a formare
questo album dalla gestazione lunga e laboriosa causa pandemia. A fungere a
pieno titolo da co-protagonista è Jeff Pevar, grande chitarrista salito alla
ribalta grazie al trio CPR con David Crosby e James Raymond che qui produce con
estrema bravura l’album e lo nobilita con un finissimo lavoro a chitarre
elettriche ed acustiche, pedal steel, lap steel e tastiere, fornendo
quell’apporto fondamentale a rendere le dieci buone canzoni di Steve Yanek
decisamente splendenti. Dall’iniziale title-track veniamo trasportati negli
anni d’oro della west-coast tra canzone d’autore e rock, con le inevitabili
inflessioni roots e con Jeff Pevar eccellente alla lap steel con gli
inevitabili rimandi al lavoro prezioso di David Lindley. “Like Now” è ballata
calda ed avvolgente con i tramonti californiani negli occhi mentre in “Tired Of
This Attitude” entrano due pezzi da novanta come Kenny Aronoff alla batteria e
Billy Payne al piano ricordando nelle armonie e nell’attitudine gli Eagles. “All
The Sorrow”, ancora con Aronoff e Payne, è solida ed interessante, “Everyone’s
Crazy These Days” è giocata sugli arpeggi di acustica di Jeff Pevar ed il piano
di Payne e mostra le qualità di Steve Yanek nel ricercare linee melodiche
deliziose, “On Your Side” scorre con naturalezza rimandando ancora al Jackson
Browne più recente e “About This Town” è ballata pianistica dall’incedere
ispirato. A completare un album melodicamente notevole e strumentalmente
veramente apprezzabile ci sono “You Move
Me” con il suo carico emozionale e nostalgico, “Throw Me Down The Line” e
l’acustica “Goodbye” inevitabilmente posta a commiato di un progetto ‘atteso da
tempo’ che rappresenta un passo importante per Steve Yanek e uno piacevolissimo
per noi ascoltatori.
Remo Ricaldone
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