Album
numero sei per Ben Bedford da Springfield, Illinois, tra i migliori
storytellers di questi anni per intensità e profondità poetica ma anche per
eccellente tecnica chitarristica, qui ancora più sottolineata nella sua finezza
e gusto. “Valley Of Stars” è stato disco dalla genesi sofferta e complicata,
figlio di un periodo in cui Ben Bedford ha dovuto affrontare grandi
problematiche personali, divenuto quasi per caso una sorta di ‘concept album’
dai risvolti catartici e liberatori. Un lavoro personale che lo avvicina come
ispirazione al primo Bruce Cockburn, quello dei suoi straordinari lavori dei
primi anni settanta e ai grandi cantautori britannici del passato, da Nick
Drake a John Martyn, passando per il suo caro amico/collega Rupert Wates, tra i
più interessanti nuovi nomi del folk contemporaneo. “Valley Of Stars” mostra fino
in fondo e ad ogni piega la magia di una scrittura limpida che porta avanti una
narrazione in cui i protagonisti sono anche i suoi stati d’animo, le sue paure,
i suoi sogni, componendo un insieme come detto estremamente coeso e compatto,
cucito assieme da alcuni momenti strumentali di grande efficacia. L’intima
essenza di una personalità sfaccettata nella sua poetica emerge nitidamente da
brani come “Leaping”, la splendida “Murmurations”, “Leopard & Hare” e
“Weasel, Pike, Fox & Kite”, consigliatissimi inviti ad entrare nella magia
di un ottimo album come “Valley Of Stars”, scritto, prodotto e illustrato con
il valido supporto dell’amato gatto Darwin.
Remo Ricaldone
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