Dai
club di Philadelphia alla west coast passando per i migliori salotti
nashvilliani: quella di Craig Bickhardt è stata una carriera piena e
soddisfacente che ha incrociato la più ispirata canzone folk (quella dei vari
Tom Rush, Eric Andersen e Gordon Lightfoot, tre giganti che hanno fatto da
ispirazione costante al suo lavoro) e la country music più genuina e sincera.
Autore apprezzato, vocalist estremamente modulato, un pickin’ chitarristico dai
toni pieni e solidi, personaggio dalle doti limpide che ne hanno accompagnato
dagli anni settanta il lavoro, Craig Bickhardt è tornato da qualche anno ‘a
casa’ nella nativa Pennsylvania per produrre dischi dall’alta qualità melodica
mettendo a frutto un’esperienza compositiva di primissimo livello (le sue
canzoni negli anni sono state interpretate da gente come Ray Charles, Johnny
Cash e Alison Krauss tra gli altri) e
questo “Outpourings” che arriva a quattro anni di distanza dal precedente “Home
For The Harvest” lo presenta più in forma che mai. Un disco dalla struttura
essenzialmente acustica nobilitato dalla ricerca costante di diffondere un
messaggio di accoglienza, empatia e speranza di cui abbiamo un forte bisogno,
raccontato con una naturalezza disarmante e rilevante dal punto di vista
poetico. Per inciderlo Craig Bickhardt è sceso a Nashville dove si è sempre trovato
perfettamente a proprio agio e si è affidato al genio e alla perizia di una
serie di eccellenti sidemen come John Mock alla chitarra, al pennywhistle e
all’harmonium, a Byron House al contrabbasso e Pete Wasner alle tastiere, con il supporto
importante dell’ex Poco Tom Hampton, del bravissimo Bill Miller, musicista di
origine nativa con il suo ‘Native American flute’ e Michael G. Ronstadt (nipote
della più celebre Linda) al cello. Ne escono fuori tredici vignette evocative e
ricche di umanità che fotografano uno storyteller dalla splendide doti, tredici
momenti che compongono un insieme che accarezza l’ascoltatore e gli infonde
sentimenti e vibrazioni positive senza mai risultare retorico o stucchevole, da
“Breaking The Bread” a “I Live For This” che aprono e chiudono il disco,
passando per “Hills Of Geronimo”, “Emerald Eyes”, “Steal Home (Letter To Curt
Flood)” e “China Blue”, giusto per fare qualche esempio. “Outpourings” è
comunque un album dotato di grande coesione e compattezza, doti che ne fanno
lavoro altamente consigliato.
Remo Ricaldone
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