Ed
Snodderly è il classico esempio di grande musicista che, almeno a livello
internazionale, non ha ricevuto il giusto riconoscimento per i suoi molti
talenti. Nato e cresciuto a Knoxville, Tennessee, Eddie Lynn Snodderly ha fatto
tesoro delle proprie radici appalachiane sviluppando una capacità di scrittura,
un amore per la tradizione e uno stile notevoli, pubblicando una decina di
lavori solisti e alcuni come membro del duo Brother Boys con Eugene Wolf. Dal
suo debutto discografico pubblicato nella seconda parte degli anni settanta, Ed
Snodderly ha contribuito non poco alla diffusione di una canzone d’autore di
qualità, prendendo spunto da country music e old-time ed inserendo elementi
blues in quello che sarebbe diventato con gli anni lo stile ‘americana’. Un
precursore insomma che ha dato la possibilità ai migliori nomi della scena
roots di esibirsi dal vivo in un piccolo ma frequentatissimo locale come il
Down Home Coffehouse And Pickin’ Parlor nella cittadina di Johnson City,
Tennessee che ha contribuito a far nascere. “Chimney Smoke” ce lo riconsegna
più ispirato che mai, protagonista di uno dei migliori dischi dell’anno in
ambito cantautorale, con un album estremamente intenso ed incisivo che si
avvale della splendida produzione di R.S. Field (Shaver, Allison Moorer, Justin
Townes Earle e Todd Snider alcuni dei nomi che hanno beneficiato del suo
lavoro), del certosino lavoro come ingegnere del suono di Bill VornDick
(purtroppo il suo ultimo visto che è mancato poco dopo la fine di queste
registrazioni, nel 2022) e della presenza di un vero ‘parterre de roi’ di
musicisti ad ulteriormente impreziosire le canzoni presenti. Shawn Camp, tra i
migliori nomi della Nashville più tradizionale e vicino negli ultimi anni al
compianto Guy Clark, Steve Conn, pianista di grande pregio, Kenny Vaughn e
Chris Scruggs della band di Marty Stuart, Steve Hinson e la sua pedal steel
sono la ‘house band’ che impeccabilmente accompagna Ed Snodderly, con una serie
di straordinari ‘cammeo’ come quelli dell’irlandese Maura O’Connell, di Malcolm
Holcombe, dell’apprezzatissima autrice e cantante Gretchen Peters e di Amythist
Kiah. Tutto questo e l’eccellente stato di forma di Ed Snodderly ha fatto si
che ne uscisse un disco ricco di spunti, brillante e deciso, un disco che evoca
immagini vivide ed affascinanti. “Chimney Smoke” approfondisce i temi cari al
nostro descrivendo con dovizia di particolari e di emozioni il sud che è nel
suo cuore, mostrandone i caratteri più autentici unendo dolore e nostalgia, malinconia
e speranza in un susseguirsi di brani dal forte sapore ‘southern’, toccando a
volte il soul (“Crow’s Fever”) ed il blues ma soprattutto rimarcando il suo dna
legato a country, old-time, folk e bluegrass che tra l’altro insegna, nelle sua
forme più autoriali, alla East Tennessee State University. Un prodotto che,
dall’iniziale “Better Just Ride The Mule” alla conclusione affidata alla ‘bonus
track’ “The Diamond Stream”, non ha momenti deboli o scontati. Un ritratto
questo di notevole efficacia e valore.
Remo Ricaldone
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