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Cory Morrow - Nothing Left To Hide

Pubblicato da Max Masetti |

"Nothing
Left To Hide" segna una passaggio importante nell'evoluzione di un
grande della musica texana come Cory Morrow. Il suo percorso
discografico, iniziato nel 1997, lo ha portato a rappresentare uno dei
capisaldi di una scena che prepotentemente si e' imposta rinvigorendo
con passione e tenacia un passato mai rinnegato ma preso sempre come
esempio. A distanza di tre anni dal precedente lavoro di studio
("Outside The Lines", preceduto e seguito da due live album di
grande impatto), "Nothing Left To Hide" vede Cory distaccarsi
(provvisoriamente?) dal suo mentore Lloyd Maines per stringere un
proficuo rapporto 'sonoro' con Keith Gattis, musicista che dopo il suo
esordio di meta' anni novanta sembrava sparito dalla circolazione ma che
in questi anni e' tornato alla ribalta esibendo straordinarie doti
chitarristiche. Ormai pilastro della band di Dwight Yoakam, Keith
Gattis produce questo album e da' vigore ad arrangiamenti assolutamente
brillanti. Da segnalare anche la presenza di altri due membri della
band di Yoakam, Taras Prodaniuk al basso e Mitch Marine alla batteria,
di Rami Jaffe, tastierista dei Wallflowers e poi ancora di Walt
Wilkins, Waylon Payne, Adam Odor (storico engineer texano) e John
Carroll con apparizioni di livello molto buono. Detto dei collaboratori
e' doveroso sottolineare la maturazione compositiva di Cory Morrow che
qui raggiunge momenti di grande intensita', sia quando si trova a
collaborare con altri autori (Walt Wilkins in "Heart Of Fire" e "A
Whole Lot", Ray Wylie Hubbard in "Good Intentions", Keith Gattis in
"Carnival Ride") sia quando e' solo lui a prendersi i meriti con canzoni
come "I Couldn't Be There", "Nothing Left To Hide", "My Way Home",
ballate intimiste e accorate e le energetiche "Restless Girl" e "Best
Low". In definitiva uno dei dischi texani dell'anno.

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