Le serate del 19 e 20 gennaio 2006 sono state due occasioni da ricordare per ogni Texas Music fan: nella storica cittadina di Luckenbach si sono alternati alcuni tra I più bei nomi della scena texana contemporanea per celebrare un disco (“Viva Terlingua” del 1973), un musicista (Jerry Jeff Walker) ma anche un momento topico della musica del Lone Star State. Il progetto è stato curato da Tommy Alverson e da Walt Wilkins, due grandi artisti che hanno lavorato con estremo gusto, intelligenza e sconfinato amore per le proprie radici musicali. Ogni momento è da incorniciare per il rispetto e la passione profusa, componendo uno dei ‘must have’ albums dello scorso anno. Apre la (Original) Lost Gonzo Band con una brillante riproposizione di “Gettin’ By” e veniamo subito trasportati indietro nel tempo grazie ai vari Gary P. Nunn, Bob Livingston, John Inmon & friends, tutti vecchi pards di Jerry Jeff Walker. La brillante nuova coppia Morrison-Williams ci ripropone il classicissimo “What I Like About Texas” con il giusto piglio mentre Tommy Alverson cura con estrema bravura la delicata “Backsliders Wine”. Walt Wilkins è a mio parere uno dei migliori songwriters attualmente in circolazione e a conferma di un ottimo stato di forma c’è la tenue “Little Bird”. Ed Burleson con “Get It Out!” e John Arthur Martinez con “Viva! Luckenbach!” (con la fluida steel di Mr. Maines) che non fanno abbassare I toni di un evento da ricordare a lungo. “I’ll Be Here In The Mornin’” di Townes Van Zandt è una delle rare uscite dal seminato ma Jimmy LaFave rende giustizia ad una grande canzone con una interpretazione da manuale. Proseguendo troviamo una “Desperados Waiting For The Train” firmata da Guy Clark che nelle sapienti mani di Brian Burns recupera intatto lo smalto dell’originale, i McKay Brothers che sapidamente ripropongono “Wheel” e due band in grandissimo spolvero come Two Tons Of Steel e Derailers che confermano, rispettivamente con “Sangria Wine” e “London Homesick Blues”, la capacità di coinvolgere il pubblico grazie a enorme divertimento e simpatia. Cory Morrow non smentisce la sua grande carica ‘on stage’ con una splendida “Redneck Mother” di Ray Wylie Hubbard che prelude alla conclusione del concerto affidata ai Gonzos De Casa, band assemblata su misura per queste serate, che ci porta ‘south of the border’ con una spigliata “Gonzos Compadres”. Album consigliato per portarsi a casa il ricordo di un evento di grande portata e un sentito ringraziamento alla Palo Duro Records per l’amore con il quale prosegue il suo lavoro. www.palodurorecords.com.
REMO RICALDONE

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