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Pat Green - Songs We Wish We'd Written II

Pubblicato da Remo Ricaldone |

E’ probabilmente un periodo di riflessione per Pat Green dopo la lunga partnership con una major che ne ha decretato un certo successo anche commerciale al di fuori del Texas. Grazie alla sempre lungimirante Sugar Hill, etichetta indipendente tra le più attive in ambito roots, Pat torna con un disco di cover che si ricollega naturalmente a quello del 2001 inciso con Cory Morrow e proprio a quello bisogna fare riferimento per un giudizio equilibrato. Come in occasione di quel godibilissimo viaggio nei propri riferimenti musicali, anche questo ci consegna alcune perle e una sensazione di rinfrescante musicalità tipica dell’estroverso grande texano. Non sempre siamo al massimo, alcuni momenti magari sono inferiori alla media, ma generalmente possiamo consigliare questo lavoro a tutti quelli che hanno apprezzato in questi anni l’entusiasmo, l’amore per certo classic rock e quello mai celato per la grande tradizione compositiva del Lone Star State da parte di Pat Green. “All Just To Get To You” di Joe Ely (faceva bella mostra nello straordinario “Letter To Laredo”) apre in maniera convincente il disco con una versione certamente più rock ma mantenendo intatto il pathos di una melodia eccellente. Intrigante è “Street Of Galilee”, più cantautorale, mentre “Jesus On The Greyhound” dal repertorio di Shelby Lynne sembra scritta apposta per Pat Green, godibile e trascinante. “Even The Losers” è una di quelle canzoni il cui confronto con l’originale cela molte difficoltà, vista la grandezza di quello che è uno dei classici di Tom Petty: Pat la rallenta, la fa introdurre da un bel piano, cerca di personalizzarla aggiungendo anche qualche arco e alla fine a mio parere riesce a renderla interessante e riuscita. “Austin” di Jon Randall è un buon country rock molto radio friendly, con un buon fiddle nelle mani di Brendon Anthony, “If It Weren’t For You” è firmata dal grande Walt Wilkins ed è una ballata dai toni soffusi e romantici, “Soulshine” di Warren Haynes è forse il momento meno riuscito nonostante l’apparizione di Monte Montgomery alla chitarra elettrica in una canzone che non è nelle corde di Pat Green, discreta è anche “The World I Know” di e con Ed Roland. “If I Had A Boat” è una delle più belle canzoni di Lyle Lovett, uno dei suoi manifesti musicali, assolutamente non facile da riprendere con credibilità e Pat Green, con Cory Morrow, la interpreta con fedeltà e riverenza dandone una versione limpida e riuscita. Chiude l’album “I Am Too” di Todd Snider in cui appare Jack Ingram e dove il rock la fa da padrone: personalmente non conosco l’originale ma qui è palpabile il divertimento e la passione di Pat Green che, in definitiva, rende questo disco un capitolo magari non fondamentale ma da tenere d’occhio. Remo Ricaldone

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