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Rodney Crowell & Mary Karr - KIN

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Questo nuovo lavoro per il sempre poco considerato ‘Houston Kid’ parte da lontano, dall’incontro di una decina di anni fa con la scrittrice Mary Karr, dalla successiva amicizia e da una profonda affinità fatta di condivisioni letterarie e musicali. “Kin” è in qualche modo il risultato di tutto questo, dieci canzoni dal taglio country e folk che vedono si in primo piano Rodney Crowell e ci fanno apprezzare le doti ricercate di Mary Karr ma ci fanno godere della presenza di nomi come Kris Kristofferson, Vince Gill, Lee Ann Womack, Rosanne Cash, Emmylou Harris e Lucinda Williams che rendono il disco prezioso e appagante. La produzione è di Joe Henry, uno dei personaggi più in vista degli ultimi anni assieme a T Bone Burnette, dispensatore di suoni assolutamente perfetti. “Anything But Tame”, nell’interpretazione di Rodney, è già un bel viatico alle emozioni che ci riserverà l’album ma è con “If The Law Don’t Want You” con la voce di Norah Jones e i controcanti di Emmylou Harris che troviamo il primo gioiello, arricchito dall’ispiratissimo fiddle di Larry Franklin. “Just Pleasing You” è una country song che ha in Vince Gill la voce giusta per un’intensa performance che si pone tra le cose migliori, “God I’m Missing You” è perfetta per Lucinda Williams, scarna e pigra ma dal grande fascino. “I’m A Mess” vede ancora protagonista Rodney Crowell, profonda e con il ‘giro’ giusto per colpire i nostri cuori, “Momma’s On A Roll” ci ricorda quanto brava sia Lee Ann Womack, texana che ogni tanto torna da Nashville per apparizioni che lasciano il segno, “Sister Oh Sister” fa il paio con la precedente in fatto di poesia e grazia e la sua interprete, Rosanne Cash, è un’altra cantante che merita una rivalutazione. “My Father’s Advice” è uno degli ‘highlights’ del disco, uno straordinario duetto tra Rodney Crowell e Kris Kristofferson, pura melodia texana degna di Guy Clark o di Townes Van Zandt, “Long Time Girl Gone By” vede l’inconfondibile Emmylou Harris cimentarsi con una melodia ‘folkie’ in cui è perfettamente a proprio agio e “Hungry For Home” è una degna chiusura in cui Rodney Crowell dà il meglio di se con una performance acustica e discorsiva, intima e accorata. Disco dalla genesi particolare e dai risultati ottimi. Remo Ricaldone

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