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Chris Knight - Little Victories

Pubblicato da Remo Ricaldone |

Erano quattro anni che Chris Knight non presentava nuove canzoni, attesa interrotta solo da “Trailer II”, seconda rilettura del suo vecchio materiale, ed eravamo tutti un pò in crisi di astinenza. Con sette dischi all’attivo il musicista di Slaughters, minuscola cittadina mineraria del Kentucky, ha creato un songbook di rara efficacia e forza narrativa, uno sguardo poetico, duro e talvolta feroce alle condizioni sociali ed umane della più profonda provincia americana. Il taglio nitido e affascinante delle liriche unito a melodie che prendono in egual misura da tradizione e rock e una voce che si rivolge direttamente al cuore e alla mente hanno forgiato uno stile ormai riconoscibile, una sicurezza per gli appassionati e per chi è sensibile alla migliore roots music statunitense. “Little Victories” già dalle premesse era stimolante, con il ritorno in fase di ‘regia’ di Ray Kennedy, suo storico produttore, e il risultato è anche superiore alle aspettative. Undici canzoni prima di tutto oneste, di grande impatto melodico e pregne di forza interiore, storie in cui si incrociano rabbia e disillusione ma anche amore e speranza in un’alternanza di emozioni che non ci abbandona per tutta la durata dell’album. Chris Knight si esprime qui come raramente ha fatto nel corso di una carriera comunque sempre intensa e affascinante in cui le ‘guide spirituali’ sono stati i vari John Mellencamp, Steve Earle e John Prine prima di tutti. Musicalmente c’è la giusta alternanza tra suoni elettrici ed acustici, con la band che lo accompagna on the road assieme ad una serie di ospiti la cui filosofia musicale è in perfetta sintonia con Chris. L’amico, ex suo produttore e membro dei Georgia Satellites Dan Baird incrocia le chitarre con Ray Kennedy, Tammy Rogers porta la sua classe cristallina con sapidi interventi a violino e mandolino, Buddy Miller e John Prine omaggiano Mr. Knight con cammeo vocali eccellenti. Scegliere qualche canzone non è facile, vista la qualità complessiva; il gusto personale propende per il travolgente inizio di “In The Mean Time” e “Missing You”, tanto per sgombrare il campo ad ogni dubbio sulla forma di Chris Knight, le memorabili ballate acustiche “Little Victories” (con John Prine) e “Out Of This Hole”, la storia ‘outlaw’ di “Jack Loved Jesse” con un intro che ricorda i Creedence, l’agrodolce “You Lie When You Call My Name” scritta con Lee Ann Womack, la rurale “Hard Edges”. Quello che concatena le canzoni è il genuino approccio, quasi fotografico, di una delle più belle penne dell’attuale scena americana, un’anima sensibile e speciale….Chris Knight. Remo Ricaldone

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